È uscito, per Franco Angeli, People Branding – 10 leggi e 10 casi di Cristiano Nordio e Gianluca Fiscato. Un ennesimo libro sull’impresa e l’innovazione?
Forse no.

Prima di tutto non è un libro di teoria, ma un racconto di chi questa teoria l’ha provata nella sua azienda. Dieci aziende che raccontano la loro esperienza. Dieci aziende che sono semplicemente Paolo, Elena, Antonella e molti altri.

Gli autori, nelle pagine introduttive, parlano spesso di mettersi in gioco e cambiare prospettiva, ma cosa significa cambiare prospettiva?

Cambiare prospettiva significa capire un mondo nuovo perché la crisi non è un raffreddore di cui aspettare la guarigione. Nonostante questa consapevolezza sia per molti un dato di fatto spesso non cambiamo. Non riusciamo a cambiare.

Per cambiare serve voltare la testa e usare i cinque sensi (più la pancia) in un modo differente. Se parliamo d’impresa e mercato questa mutamento è ancora più difficile. Molti imprenditori hanno dovuto, loro malgrado, aprire gli occhi perché “il margine si era assottigliato”, perché “non si vende più come prima”, e soprattutto perché i “clienti” hanno iniziato ad avere una voce. E qualche volta, con questa voce, dire no.

Le imprese sono state le prime che hanno subito l’impatto del cambiamento e hanno dovuto fare qualcosa. Ma la consulenza? Una delle riflessioni che mi suggerisce questo libro è proprio questa. C’è un cambiamento in atto, tutto muta, ma il consulente va ancora in azienda, collabora, discute, spesso “fa una lezione”, esce soddisfatto, lui e il suo ego, e poi? E poi l’imprenditore con tutto quella massa di teoria deve farci qualcosa. Riprenderla in mano, capirla, trasformarla in programmi, progetti, budget.

Trasformare la teoria in qualcosa di concreto. E qui di solito le vecchie abitudini tornano prepotenti.

Dopo la lettura di People Branding ho avuto la sensazione che finalmente anche questa parte del mercato (la consulenza o chiamatela come volete) possa cambiare. Perché People Branding non sono Cristiano e Gianluca, professionisti di lungo corso nel mondo People Brandingdell’impresa, ma è uno strumento per leggere la realtà e prendere decisioni. Metodo il quale rimane all’azienda come modalità di pensiero, ma anche concretamente con il materiale elaborato assieme. Metodo che, nella logica degli autori, ognuno di noi può comprare, sotto forma di scatola (loro le chiamano deck) con le proprie regole e modalità. Come fosse un gioco da fare con gli amici.

Cos’è People Branding?

È un metodo, perché è una modalità di pensiero e uno strumento perché lo usi per comprendere molti aspetti della vita aziendale.

I quattro pilastri, su cui si basa il metodo, sono interessanti:

  • OUTSIDE-IN Finalmente andiamo a metterci nei panni delle persone che potrebbero divenire clienti, ma che sbadatamente chiamiamo clienti ancor prima che lo siano. E anche nei panni dei nostri clienti, quelli che con noi hanno già un rapporto. Cerchiamo di capirli e comprenderli. Primo passo per una proposta di valore quindi più efficace e durevole nel tempo.
  • VISIONE ECOLOGICA Non siamo azienda unica con i nostri clienti e nemmeno l’unico consulente con i propri clienti. È necessario capire che siamo immersi in un’ecologia cioè in un mondo con relazioni, link di connessione e se cominciassimo ad avere una visione d’insieme forse potremmo accorgerci di dettagli, occasioni e rischi che prima nemmeno riuscivamo a vedere.
  • STRATEGIE DINAMICHE La vita è sempre sorprendente. Perché non dovrebbe esserlo la vita di un’azienda? Allora buttiamo business plan e programmi? No, è importante la strategia ieri come oggi, ma oggi la strategia assomiglia molto di più a una mappa medievale. C’è disegnato un percorso, ci sono delle tappe, ma molto dello spazio della mappa è bianco o appena abbozzato. Con i deck di People Branding escono mappe abbastanza precise ma mai definitive. Perché qualche volta è necessario prendere una strada imprevista.
  • GAMIFICATION Trasformare una roba noiosa, cioè quello lì che viene a spiegarti qualcosa, in qualcosa di divertente. Il plus? Divertendosi e giocando si impara meglio e si possono coinvolgere collaboratori che contribuiscono allo sviluppo della mappa con i propri contributi. Non esiste un deck in People Branding dedicato alla motivazione dei collaboratori, ma mi viene da pensare che tutto il lavoro che si può fare giocando assieme sia un buon motivatore. E forse nuova energia. Finalmente un modo per coinvolgere i propri collaboratori nel cambiamento e non solo dipendenti “costretti” ad ascoltare qualcosa che dimenticano appena usciti dalla sala. Come dopo un’interrogazione a scuola.

Mi pare che ci sia sufficiente materiale per rendere la prospettiva di incontrare questo nuovo metodo con un bel po’ di entusiasmo.

Nei 10 casi del libro vengono affrontati un aspetto della vita d’impresa illustrandone le difficoltà iniziali dell’azienda, il percorso svolto e i risultati ottenuti. Potete leggere solo i casi che vi interessano dopo aver letto la bella introduzione di Oscar di Montigny autore de “Il tempo dei nuovi Eroi” e il capitolo 0 come punto di partenza. Sono aziende reali e imprenditori che vengono chiamati per nome. Se volete potete chiamarli per sapere com’è andata.

Oppure andare il 5 maggio a Treviso e vederli all’opera, quelli di People Branding, perché, se pensi che si possa fare in modo differente, allora anche la presentazione del libro non potrà essere che diversa. Si gioca? Forse.

People Branding Evento presentazione libro