Come vedono le aziende i giovani italiani under 30? Che scopo attribuiscono loro? E da che tipo di aziende sono attratti?
Vediamo di capire come le risposte a queste domande possono aiutare le aziende e noi a riflettere sul ricambio generazionale che vedrà i millennials diventare la nuova classe dirigente.
A far questo, ci aiuta uno studio condotto da Deloitte Global (Deloitte Millenial Survey) sui giovani del nuovo millennio. Per cominciare, le imprese del ventunesimo secolo, in particolare quelle che operano nei mercati sviluppati, dovrebbero essere incentrate sulle persone e sui loro obbiettivi e non solo sui prodotti e sui profitti; necessitano di profondi cambiamenti al fine di attrarre e poi trattenere le future risorse umane. Dallo studio emerge un dato importante riguardo al nostro Paese: il 79% dei millennials italiani è convinto che le aziende siano principalmente focalizzate sui loro propri interessi piuttosto che sulla crescita della società nel suo complesso (contro il 75% della media mondiale).
In breve ciò che risulta dal report (per il nostro Paese) è che:
- I ragazzi italiani sono molto sensibili al tema della creazione di posti di lavoro, percepita come scopo primario delle imprese
- Solo poco più di 3 giovani italiani su 10 (32%) credono che il mondo del lavoro sia etico, che si impegni a migliorare la società o agisca in modo sostenibile
- I giovani italiani sono poco convinti (44%) del contributo delle imprese a livello internazionale sul benessere della società
- Telecomunicazioni, media e tecnologia i settori più attrattivi per i millennials italiani
“Il messaggio è chiaro: i giovani del nuovo millennio, quando guardano ai propri obiettivi professionali, sono interessati al modo in cui un determinato business, oltre a formare le proprie risorse, contribuisce alla crescita della società”
– dichiara Enrico Ciai, CEO di Deloitte Italia – “Queste conclusioni mandano un forte segnale alla business community che dovrebbe adottare modalità di coinvolgimento più innovative per i talenti che intende attrarre, altrimenti rischia di perderli”.
Anche la leadership viene percepita diversamente dalla Generazione Y: oggi i giovani danno meno valore al leader per la sua visibilità, le sue relazioni e le competenze tecniche, mentre vengono percepiti come autentici leader coloro che hanno una visione strategica, offrono ispirazione, personalità e visione.
Le aziende che a livello globale sono maggiormente percepite dai Millennials come leader sono Amazon e Google.
Ad una posizione da leader all’interno dell’azienda invece aspirano oggi più della metà (54%) dei giovani italiani (in linea con la media modiale, 53%), ma ben al di sopra della media europea, che si attesta al 37%. I dati evidenziano inoltre una maggiore ambizione dei ragazzi a diventare leader rispetto alle ragazze, 62% contro 46%.
Il sistema lavorativo ed educativo deve coltivare meglio i futuri leader
Lo studio mostra come i Millennials ritengano che le aziende non aiutino a sviluppare le capacità dei giovani, solo il 28% dei Millennials di tutto il mondo pensa che il proprio datore di lavoro stia utilizzando al meglio le loro capacità, una quota che in Italia scende al 21%.
I giovani italiani ritengono al 43% (contro una media mondiale del 36%) che il principale scopo delle imprese sia la creazione di posti di lavoro, mentre danno meno peso ad altri obiettivi come l’innovazione e il miglioramento della società nel suo complesso.
Insomma, in un momento in cui l’innovazione e la rigenerazione delle aziende sembrano necessari alla loro stessa sopravvivenza (e quindi del lavoro), nel nostro Paese a causa del forte disagio occupazionale questi obiettivi vengono – giustamente(?) – percepiti come secondari, in fondo il ciclo impresa-capitale-famiglie-servizi deve pur ripartire da qualche punto…
“Per attrarre e trattenere talenti il mercato ha bisogno di mostrare alla generazione Y di saper essere innovativo e in sintonia con la loro visione del mondo,” dichiara Ciai. “La nostra società deve fronteggiare molte situazioni critiche ed è diventato chiaro come ormai nessun settore dovrebbe affrontare queste situazioni in maniera individuale. Lavorando insieme e unendo le loro diverse capacità, le imprese, i governi e le associazioni non governative hanno l’opportunità di ravvivare la generazione Y e di conferire un reale apporto nella risoluzione dei problemi della società.”
I giovani stanno mandando al mondo del lavoro un forte messaggio: bisogna sempre lavorare per uno scopo. Questa concezione del lavoro non può però prescindere da una ridefinizione del concetto di leadership.