Oggi scrive per noi nella sezione Altri Autori, Eleonora Fabbroni che avevamo intervistato qualche tempo fa su FrogMarketing e che illustra alcuni concetti base ma troppo spesso dimenticati, ignorati o sottovalutati dalle imprese quando si avvicinano ai Social Media.

Navigare in alto mare: prima o poi ci si chiede, come fare per orientarsi nel nel mondo schiumoso dei social? Che tu sia un privato o un’Organizzazione, un aiuto può servire ed ecco qualche regola eventualmente da seguire.

Da qualche giorno ricevo richieste di collegamento su Likedin da parte di profili legati a Organizzazioni (aziende o altri enti). Questo accade spesso anche su Facebook. Io, per principio, non accetto! Il principio, già, fa parte delle regole non scritte che, nonostante facciamo tutti finta di nulla, esistono anche nei social network!

Rispetta le regole per le aziende sui social

Ebbene si: esistono regole chiare per le Organizzazioni!

Le Imprese, gli enti, le associazioni hanno a disposizione sia su Linkedin che su Facebook i profili pagina. Questo tipo di profilo esiste anche su Google+. Le regole sono chiare e sono scritte, ma è anche facile infrangerle poiché i Social sono piattaforme nate non certo in lingua italiana e quindi, con il giusto gioco di parole, si possono  creare dei profili utente, baipassando la regola della cosiddetta “fanpage”.

facebook fanpage o gruppoInfrangere questa regola aiuta ovviamente a sviluppare contatti più facilmente: su Facebook, per esempio, è possibile chiedere amicizie a chiunque e su Linkedin è possibile fare una richiesta di collegamento a molte persone. Questa corsa all’accumulo di amicizie o di collegamenti non è certo funzionale ad una strategia di social marketing corretta che si prefigga di portare risultati in base agli obiettivi prefissati. Così facendo si rischia non stimolare l’ interesse negli utenti, di non ricevere quindi contatti o richieste, per arrivare alla classica conclusione: “i social network non servono a nulla!”.

Social fai da te?

È la mania del fai da te, del pensare che i social siano piazze su cui bisogna essere per forza, senza valutarne le opportunità e i rischi, non vedendoli come strumenti; è un atteggiamento tipico di un mondo incapace di riconoscere le professioni, le competenze, un mondo in cui ognuno può improvvisarsi qualcosa senza esserlo davvero. L’espressione  di una società che ha inquadrato i Social come un gioco, piuttosto che come fonte di informazioni ad esempio.

Esserci a prescindere, esserci perché si deve, esserci perché ci sono tutti. Sembra sempre questo l’imperativo assoluto!

Ma non è questo ciò che conta, perché in questo modo è decisamente meglio non esserci! Conta invece il loro uso come strumenti di ascolto, di interazione, di dialogo e anche di promozione: sono piattaforme tecnologicamente avanzate che permettono in pochi minuti e ovunque ci si trovi di parlare in una dimensione globale.

Non tenere presente che esistano delle regole, sia in una strategia di comunicazione sia nella partecipazione a queste comunità digitali, rischia di mettere in pericolo la reputazione e l’immagine di un brand o di un’Organizzazione.

4 regole: poche ma chiare

Riassumendo, ecco 4 regole a mio avviso fondamentali per un’Organizzazione che vuole entrare nei social network:

  1. Analizzare se stessa e il contesto.
  2. Elencare gli obiettivi e i risultati che si vogliono raggiungere e ottenere
  3. Analizzare i vari Social e in base ai punti precedenti, valutare in quali posizionarsi (Non è scontato che si debba essere presenti su tutti e tanto meno obbligatorio)
  4. Usare gli strumenti dedicati alle aziende come le fan page

Tutto questo magari con il supporto di chi ha le competenze, che nel frattempo avrà progettato ed elaborato il piano di comunicazione. Be careful online!