Nel mondo esiste il conflitto.

Esiste un conflitto esplicito, guardandosi negli occhi, urlando e qualche volta colpendo, e uno silenzioso, senza esplicitazioni chiare, che spesso ha più a che fare con l’esercizio del potere. Conflitti urlati e altri silenti; conflitti di principio o su ragioni di poco conto.

La vita sembra un’estenuante battaglia contro qualcuno o qualcosa.

Noi esseri umani lo sperimentiamo in modo drammatico perché il nostro agire è intrecciato strettamente con il nostro sentire e il mondo emotivo. Se così non fosse sarebbe tutto più facile, ci limiteremmo a “combattere” per le questioni minime di sopravvivenza: mangiare, ripararsi, riprodursi, ma non saremmo quello che siamo.

Nel mondo esiste il conflitto, ma, nella nostra società civile, lo abbiamo assunto come regola perché in taluni casi porta a un guadagno economico e in altri casi ad un accrescimento del potere che sia percepito o effettivo. Per esempio: da una parte il sistema legale per cui gli attori hanno tutto l’interesse a “tirarla per le lunghe”, dall’altra un conflitto sociale come uno sciopero che non è più un’azione forte per giungere a una trattativa quanto la necessità di una delle parti di dimostrare il propio potere. Si scende in piazza e ce le si dà di santa ragione e tutto finisce lì. Quasi che tirare in lungo i problemi sia più vantaggioso che risolverli.

Medina_il Cervello n.ed. 2014.inddE se questa non fosse la via “naturale”?

Sto leggendo un bel libro, intitolato “Il cervello, istruzioni per l’uso”.

Parlando dell’evoluzione del cervello, l’autore narra di un cambiamento epocale nella testa di quell’essere ridicolo appena sceso dagli alberi e poco adatto alla vita selvaggia chiamato uomo. Senza artigli per difendersi, peluria per passare la notte al caldo e con la necessità di soddisfare i propri bisogni primari senza soccombere, l’uomo mette in campo una strategia straordinaria:

cerca la collaborazione dei suoi simili, cioè esercita la capacità di creare un obbiettivo condiviso che tenga conto dei propri interessi e anche di quelli degli alleati.

Costruire una sana cooperazione ed eliminare il conflittoCosì l’uomo è riuscito a cavarsela nella savana e a uccidere il mammut che lo ha sfamato per un lungo inverno. Dov’è il punto straordinario? In una capacità che nasce prima del linguaggio, prima del cervello moderno. È una capacità che fa evolvere la mente di quello che era a malapena una scimmia bipede, e la modifica in termini di comprensione dei bisogni e delle necessità dell’altro ancora prima di essere in grado di raccontarle.

Questa è la competenza che ancora oggi usiamo per scegliere un partner, affrontare la quotidianità del vivere insieme, per essere genitori. Siamo stati “programmati” alla cooperazione sociale, che richiede una costante interpretazione degli stati d’animo altrui. Questo faceva la scimmia appena scesa dall’albero, e poi?

E poi abbiamo pensato che lo smartphone, l’automobile, le case in pietra, le città, l’energia elettrica, il bagno in casa fossero sufficienti per vivere senza l’aiuto degli altri. C’è qualcosa che non funziona però se oggi abbiamo la sensazione che lo smartphone nella “nuova savana selvaggia” non ci serva a un cazzo. Pardon!

Nei momenti di difficoltà ci guardiamo attorno e cerchiamo di stringere rapporti che non sono altro che rapporti di sopravvivenza. Siamo di nuovo in un territorio minaccioso con un grande senso di precarietà e questa sensazione che ha a che fare con la paura e il nostro cervello “antico”, ci muove nella direzione che già conosciamo.

Alcuni esempi.

1. Ferrero

Venerdì scorso ho letto nell’inserto di Repubblica un bell’articolo su alcuni imprenditori italiani. Mi ha colpito molto la parte che riguardava la Ferrero. In questa azienda, da quando esiste, non c’è mai stato uno sciopero. In termini sociologici, si potrebbe dire che non c’è stato conflitto. Le possibilità sono due: o sono schiavi o sono contenti. La verità è presto detta: il proprietario, Michele Ferrero, paga l’università ai figli dei suoi operai, per esempio. Quanto vale in termini economici questa “rimozione” del conflitto?

2. Housinlab

Il condominio nella pratica quotidiana è il luogo del conflitto, soprattutto di un conflitto dispendioso in termini emotivi. Ma anche qui la cooperazione sociale è possibile. Provate a inserire in Google termini come condominio solidale, sociale e via dicendo troverete che anche in questo caso la strada è aperta.

3. Frogmarketing e Buildopia

L’altra sera ho avuto la fortuna di ascoltare ancora Sebastiano Zanolli. L’evento era organizzato da Buildopia, agenzia di rappresentanza nel settore dell’edilizia. Cosa c’entra Frogmarketing e Buildopia? Ascoltando il suo fondatore per un momento ho pensato che assomigliava più a un gruppo di amici che ad una realtà aziendale, come Frogmarketing. Perché sono realtà che nascono, prima di tutto, davanti una birra piuttosto che dopo una raffinata analisi di mercato e questo permette di costruire i pilastri fondamentali: fiducia e condivisione degli stessi valori.

State preparando la borsa per uscire nel selvaggio mondo? Ricordatevi che oltre alla lancia, qualche provvista servono relazioni sincere. Anche con il Mammut, perché no.