Sempre più frequentemente ci capita di sentir parlare di piattaforme che si propongono di creare siti web altamente personalizzabili a pochissimi soldi. Alzi la mano un addetto ai lavori al quale non sia mai capitato sentirsi dire da un cliente al quale ha appena preparato accuratamente un preventivo, la frase “Grazie per la tua proposta, ma ho trovato una persona che me lo fa per un quarto del tuo prezzo”.
Fermo restando che un amico, un cugino, un benefattore potrebbe farlo solo per il puro piacere di lavorare guadagnando pochissimo (a chi non piace?), valutiamo alcune domande che un imprenditore/un’azienda dovrebbe porsi nel momento in cui si trova davanti ad una scelta sulla realizzazione del sito per la propria attività.

Con quali strumenti viene realizzato il sito?

Come viene realizzato il nostro sito è la prima cosa di cui dobbiamo interessarci. Non basta prestare attenzione alle righe di codice per rendere il sito efficace e search engine friendly. È importante rendersi conto che gli algoritmi di Google sono complessi e molto variabili, dunque per puntare all’ottimizzazione è necessario avere una piattaforma dinamica, flessibile, usabile.
Le possibilità che il sito si posizioni in maniera ottimale su Google dipendono soprattutto da noi, dai contenuti che siamo in grado di offrire, da quanto tempo riusciremo a dedicarvi. La preoccupazione principale per Google è quella di offrire un contenuto informativo e interessante agli utenti, pertanto dovremo anche porci delle domande fondamentali sul cosa dire.
Per concludere il pensiero, diffidate da siti dall’aspetto grafico accattivante ma dalla sostanza troppo statica. Con piattaforme come WordPress, per citarne una, si può avere l’uno e anche l’altro. Con la parte grafica separata dai contenuti posso ottenere entrambi i vantaggi, con la possibilità in più di aggiornare i miei contenuti autonomamente.

Quale struttura deve avere il sito?

Dall’organizzazione dei contenuti del mio sito dipende molto a livello di comprensibilità, usabilità ed efficacia del messaggio da comunicare. Un benchmarking dei nostri competitor può aiutare in questo senso. In fase decisionale sull’architettura dei contenuti è da tenere presente che non esiste un numero predefinito di pagine per un sito. Dipende tutto da chi è il mio interlocutore, quante informazioni voglio o posso fornire, in che modo lo voglio fare. La suddivisione standard delle voci di menù a cui siamo abituati può andare bene come punto di partenza. Ma per definire l’architettura dei contenuti è necessaria una riflessione più strategica e meno superficiale e standardizzata, che non può certamente essere a priori.

Quanto il tempo da dedicare al progetto di creazione?

Diffidate da chi vuole realizzare l’intero progetto in autonomia e portarvi solo i risultati. Il processo di creazione del sito richiede brainstorming, riflessioni approfondite e condivise, un vero e proprio lavoro di squadra i cui input devono arrivare soprattutto da voi.
Non potete delegare completamente ad altri una parte di voi così importante.

Come valutare un progetto rispetto ad un altro?

La valutazione sul costo da sostenere è certamente frutto di molteplici variabili, che vanno considerate anche alla luce degli obiettivi e delle possibilità a disposizione.
Tuttavia mi sento di dare alcune indicazioni sulla valutazione di un progetto, oltre ai punti che abbiamo già approfondito:

  1. I costi devono essere giustificati. Se troppi, dobbiamo chiedere e pretendere una spiegazione che ci convinca, ma se troppo pochi cosa possiamo pretendere?
  2. Qual è la disponibilità in termini di incontri? Può essere utile anche dedicare un’ora su skype, ma è importante seguire il progetto in tutti i suoi step.
  3. Fare un sito non può essere un’attività esclusivamente operativa. Non si tratta di mera esecuzione, assicuratevi che chi si occupa di questa attività possa al tempo stesso fornire spunti, valutare alternative, fare riflessioni sul vostro business e sul vostro target.

qualità-sitoweb

Vi lascio con questa citazione tratta dal film “Tre uomini e una gamba”

Ma guarda che il mio falegname con 30.000 lire la fa meglio, vah, non ha neanche le unghie!