Oggi [4]Marketing ospita un post a 4 mani, già note al blog: Francesca Sartorato e Laura De Tuoni.
Presenza in rete, web marketing, social networking, è da molto tempo che se ne fa un gran parlare: ma la nostra PMI quando pensa di cominciare a utilizzare questi mezzi per parlare nel quotidiano con i suoi clienti, consumatori o partners?
Che cosa gli impedisce di applicare questi importanti strumenti di marketing e comunicazione? È in tempo o ne è inesorabilmente tagliata fuori?
E se lo scoglio fosse: come educare i nostri collaboratori a comunicare attraverso la rete?
Di fatto molti dei dipendenti in forza nelle nostre aziende manca di una specifica formazione di web marketing e social media; proviamo a immaginare quali potrebbero essere i punti cardine da valutare, utili a mettere in atto un programma di “educazione e formazione”.
Partirei da questa parola chiave “consapevolezza.” Consapevolezza significa aver chiara la propria identità e sapere perché i nostri clienti dovrebbero scegliere noi, ossia quale speciale valore siamo in grado di consegnare loro.
La seconda è “condivisione”: abbiamo chiara la nostra strategia di comunicazione? Chi fa parte della nostra Community di riferimento? Quali sono i passi da compiere per raggiungere gli obiettivi di marketing prefissati?
Tutto questo non può più rimanere di esclusivo dominio dell’imprenditore e di pochi responsabili. Dobbiamo assicurarci che la nostra visione, i nostri valori, le caratteristiche peculiari che ci distinguono dai nostri concorrenti e i nostri obiettivi di comunicazione siano chiari e condivisi dai nostri collaboratori, perché ora più che mai saranno loro a parlare con il mercato.
In buona sostanza la comunicazione deve iniziare innanzitutto all’interno dell’azienda.
Il passo successivo, sarà di chiederci se siamo disposti a essere “trasparenti”. Non dimentichiamo che, nel web 2.0, tutto si gioca attorno alla “reputazione”; se l’obiettivo è che siano i nostri clienti, fornitori e partners a raccontare perché ci hanno scelto e ci restano fedeli, potremmo correre il rischio che siano messe in piazza anche le nostre debolezze.
I nostri collaboratori dovranno essere in grado:
• Da un lato creare l’humus perché si parli dell’azienda e dei suoi pregi;
• Dall’altro essere capaci di spiegare in modo trasparente e plausibile perché abbiamo fatto alcuni errori, ma soprattutto come intendiamo porvi rimedio.
Ecco perché oltre ad aver espresso al nostro team strategie e obiettivi, è importante coinvolgere ciascuna funzione nella determinazione delle azioni tattiche e nella discussione dei risultati o di eventuali correzioni di percorso. Questo oltre ad aiutare l’azienda a fare in modo che le strategie scelte siano palesi, renderebbe più probabile la loro corretta attuazione e misurazione; consentirebbe quindi al team di dare chiare risposte e soluzioni a eventuali critiche, in altre parole gestire la criticità in modo adeguato.
A questo punto dobbiamo individuare un team di persone appartenenti a funzioni diverse (ad esempio al marketing, alle vendite, o ad altre aree aziendalmente strategiche) che siano capaci di scrivere e che cureranno gli interventi nei canali social che abbiamo scelto, in accordo con il piano editoriale e le azioni di marketing da attuare in rete.
I contenuti non dovranno mai essere autoreferenziali, lo scopo è:
- Divulgare contenuti interessanti e mirati attorno a temi che appartengono o che sono attinenti al nostro mondo aziendale (in altri termini “fare cultura”);
- Coinvolgere la community facilitando la conversazione sulla nostra azienda, in modo da attirare nuovi prospects e fidelizzare i clienti esistenti.
Tutto ciò tenendo conto dei diversi canali social (ad esempio: Twitter per allargare la community; Facebook per fidelizzarla, etc.).
I nostri collaboratori vanno anche allenati all’ascolto. Questo perché la rete è una fonte preziosa di feedback:
- Su trend di mercato;
- Sulla nostra immagine;
- Sul prodotto ed eventuali migliorie apportabili;
- Sui nostri gap rispetto ai competitor.
Un’altra parola chiave è dunque ”ascolto”.
I nostri dipendenti vanno quindi educati a raccogliere queste preziose informazioni e a trasferirle in azienda, perché è qui che si mette in gioco la nostra capacità di utilizzare i feedback che il web 2.0 è in grado di fornirci, sia ai fini della verifica delle decisioni strategiche sia delle azioni intraprese.
In altre parole la rete può diventare uno specchio utile all’azienda; il passo successivo sarà fare buon uso delle informazioni raccolte, in modo da essere pronti ai cambiamenti che il mercato ci suggerisce o ci impone.
Riassumendo, per essere presenti sul web 2.0, ma soprattutto per esserci con efficienza ed efficacia richiede o è agevolata da: Consapevolezza, condivisione, trasparenza, capacità di facilitare e promuovere la conversazione nei temi di settore e innovazione, ascolto e propensione al cambiamento.
La tua azienda possiede buona parte di queste caratteristiche?