Nel mio scorso post invitavo sulle parole di Guy Kawasaki i veri leader e gli imprenditori a non interrompere mai la ricerca di nuove informazioni ed ispirazioni per continuare a innovare in modo continuo e costante i propri prodotti onde evitare che escano dal mercato o vengano percepiti come vecchi.Sappiamo tutti che anche le migliori creazioni, dopo un’ampia ascensione al momento del lancio, tendono a subire un’inversione di tendenza, un contraccolpo (prevedibile o meno che sia), e trovarsi quindi a competere con prodotti simili, più nuovi o meno costosi o semplicemente più di moda. E allora cosa fare?
Let a thousand flowers bloom. Lascia che migliaia di fiori sboccino. Lascia che il cambiamento avvenga, non interromperlo.
Il cambiamento, infatti, risulta sempre un “osso duro” da mordere, un qualcosa che per natura difficilmente ci appartiene e che molto ci spaventa, ma spesso, se accolto nel modo corretto, porta a risultati inattesi e decisamente innovativi. In questi istanti, dunque, si deve essere più che mai degli uccellini cogliendo, usi, consigli e pareri dei clienti nei confronti del nostro prodotto in un’ottica di strategie innovative sempre più customer driven.
Riporto un semplice esempio, a mio avviso esplicativo: la gonna. Da sempre capo femminile per eccellenza, non doveva superare una certa lunghezza, tipicamente sotto al ginocchio, e doveva rappresentare l’eleganza, la compostezza e la sobrietà.
Negli anni sessanta, tale indumento non rappresentava più le caratteristiche della donna del tempo, che cominciava a prendersi la sua indipendenza, lavorava e si spostava autonomamente, con la necessità di indossare abiti molto più agevoli. Si racconta che addirittura la corsa verso la fermata del bus non fosse più possibile con quella tipologia di capo e che furono le stesse donne ad accorciarsela per ottenere più comodità. Fu così che nel 1963, la stilista Mary Quant, abbracciò per prima questo cambiamento, e senza focalizzarsi sull’ideologia da sempre imposta a tale indumento, ideò per prima la minigonna.
Si sa, i preconcetti e gli status quo permeano qualsiasi prodotto e qualsiasi utilizzo dello stesso, sono in primis i produttori ad impostare un trend da cui difficilmente riescono a discostarsi. Il vero leader, secondo Kawasaki è colui che agisce controcorrente, che non rimugina sul fatto che qualcun altro ha rivelato un’innovazione concernente il suo prodotto, bensì la accoglie appieno e la rende un proprio miglioramento, un proprio successo.
Tale principio si sposa molto bene con un altro suggerimento dell’autore, che recita “churn baby churn”: ovvero, non convincerti che la prima versione del tuo prodotto sia quella giusta, cerca sempre di migliorarlo e di aggiornarlo. Il punto è sempre quello. L’atteggiamento più errato che un leader possa adottare è quello di fermarsi, di non correre più e di non riuscire a più creare e, soprattutto, di non procedere con la visione verso i diversi orizzonti e le molteplici possibilità di essere dei suoi prodotti. Il leader deve comunicare, condividere ed essere propositivo, non deve limitarsi ad imporre la sua filosofia, la sua strategia, nemmeno quella riferita al prodotto. Al contrario, deve rivolgersi con mentalità aperta a tutto ciò che lo circonda, cercando di cogliere qualsiasi episodio od evento che permetta un miglioramento, perché la perfezione non deve essere un punto di arrivo, ma una meta a cui tendere, mai esattamente raggiungibile.
Un prodotto non è mai completo alla sua prima uscita. Si avvicinerà al suo apice dopo diverse modifiche e migliorie apportatagli, per non smettere di recuperare valore anni ed anni successivi in cui verrà riadattato a situazioni mutevoli ed ancor più acquisendo il titolo di “vintage”.
Si tratta, quindi, di due principi di difficile applicazione, tra i quali appare quanto mai complicato riuscire a destreggiarsi, soprattutto in una società come la nostra, soggiogata dall’incertezza e sempre alla ricerca di qualche appiglio stabile a cui aggrapparsi. Ma cogliere il cambiamento, delle persone, dei nostri prodotti, di qualsiasi altro elemento, consente al leader di procurarsi nuove opportunità di successo, che dovrà essere poi in grado di sviluppare ed ampliare.
Dunque, cari imprenditori, il mio consiglio di oggi è quello di non smettere mai di guardarsi intorno e soprattutto di conoscere, interagire ed ascoltare sempre i vostri clienti!