Come ogni settore anche l’arte risente delle innovazioni tecnologiche e della costante evoluzione di fruizione di media.
Molte volte il mondo pubblicitario attinge dall’arte per valorizzare prodotti e iniziative dando un estro artistico differente da quello “tradizionale” del advertising; un esempio sono le innumerevoli iniziative portate avanti dal brand Absolut (vi consiglio di visitare il sito absolutartcollection.com, che nel corso degli anni ha incorciato più volte il proprio nome con quello di artisti, affermati o emergenti, dei diversi campi, dalla musica alle arti visive, mescolando nuove ricette di cocktail con un tocco artistico davvero unico.
Proprio questa commistione sempre più frequente, unita ad un nuovo stile di vita “web-centrico” ha rivoluzionato il modo di fruizione dell’arte, come è stato evidenziato anche in un precedente post dal titolo “Arte, artisti e social media: quando lo strumento cambia il mercato”.
Una volta si potevano ammirare le opere solo visitando gallerie o mostre in giro per la città, ma oggi non è più così.
Internet ha cambiato tutto e oggi per poter vedere quadri o sculture, basta una connessione e sapere dove cercare. Sempre di più artisti emergenti o affermati, creano le proprie pagine personali come artisti su facebook e instagram, che, insieme a google+, offrono la possibilità di allargare in modo esponenziale la propria platea e le possibilità di entrare in contatto con possibili acquirenti.
Proprio questa tendenza a portare anche alla creazione di social network alternativi e specializzati.
Il precursore è stato Deviantart, il cui uso smodato da parte di utenti di tutti i tipi ha portato ad un sostanziale impoverimento della qualità. Ora è la volta di Behance, un portale che gravita nell’universo Adobe, che permette di esporre il proprio portfolio agli artisti delle diverse arti visive, dalle più classiche (pittura, design, fashion,etc) alle più moderne (web design, video animation, etc). Oltre a questo il portale ha inserito recentemente anche la possibilità di inserire e candidarsi per offerte di lavoro attinenti ai campi artistici in questione.
Ma il web offre anche altre opportunità oltre alla semplice visibilità dei propri lavori. Si stanno sviluppando sempre di più anche le “gallerie on-line” che permettono di acquistare le opere con tanto di certificati di autenticità. Tra queste impossibile non menzionare la versione web di Saatchy Gallery, famosa in tutto il mondo e che ospita e vende opere di artisti emergenti o già affermati. Un altro esempio in questo senso è anche Carrè d’artistes che, nata a Parigi dove è posizionata in diverse zone della città e successivamente espandendosi in altre città mondiali, ha sviluppato il suo business anche online.
Ma il connubio tra arte e tecnologia non si esaurisce a questo, e spesso gli artisti vengono influenzati da elementi hi-tech anche nel processo creativo, trovando nuove forme e sperimentando contaminazioni che solo oggi sono possibili.
Insomma, sembra che per l’arte web e tecnologia siano alleati indispensabili, ma nonostante i grandi vantaggi qualcosa, a mio parere, si è perso e rischia di corrompere alcuni valori fondamentali.
L’arte è tempo: per gustare a pieno un opera bisogna osservarla con grande attenzione, cercando di coglierne le diverse sfumature, la diversità nei tratti, l’aspetto materico, la rifrazione della luce nelle sue parti. Tutto questo conferisce a qualsiasi opera un aspetto emozionale che può essere percepita sia dal grande esperto, sia da una persona che si è imbattuta per caso nell’opera.
Tutto questo non è possibile stando dietro ad un monitor, in quanto lo schermo tende ad appiattire e in qualche modo a standardizzare l’immagine, rendendo invisibili molti degli aspetti che contraddistinguono le opere d’arte.
Insomma, se pur si parla sempre più spesso di creazione di contenuti emozionali dedicati al web ed ai media in generale, gli strumenti per la fruizione di questi dovranno migliorare ancora parecchio prima di poter esprimere al meglio l’emozionalità delle opere artistiche, quanto meno di quelle classiche come pittura e scultura.
Proprio in questo limite si nasconde anche un grande pericolo per l’arte stessa.
Nel contesto attuale nel quale il tempo diventa sempre più scarso, la fruizione diventa sempre più veloce e poco attenta ed in cui siamo abituati a ragionare in ottica di iperconsumismo, per cui il bene comprato qualsiasi esso sia è comunque destinato a perdere rapidamente il nostro interesse, quale valore ha l’arte? Cos’è davvero arte e cosa di fa di una persona un artista?
A questa domanda in realtà non c’è una risposta univoca, nella misura in cui l’arte è e sarà sempre una espressione soggettiva e personale delle proprie emozioni e del proprio gusto.
Il rischio concreto però è che sempre di più gli artisti siano spinti in un ottica di “standardizzazione da monitor”, per cui perdano interesse nel conferire all’opera aspetti e caratteristiche in grado di emozionare e offrire sempre nuovi spunti a chi li osserva nel mondo reale.
Andy Wharol è stato un grande artista e un grande pubblicitario e proprio le sue opere sono in parte riflesso di una critica all’eccessiva standardizzazione ed ostentata creazione di icone riconoscibili. Oggi il pericolo è più presente che mai, il rischio che si guardi l’opera d’arte perché raffigurante un icona ben riconoscibile, al di là della tecnica e della vera visione artistica di un’opera.
Sorge quindi spontanea la domanda se il web sia un bene o un male per arte e artisti.
La risposta sembra trovarsi nel mezzo.
Per permettere la reale valorizzazione dell’arte e la crescita di artisti talentuosi, sostenendone il percorso e l’evoluzione creativa, occorre saper dosare nella maniera migliore l’utilizzo del web con attività mirate nel mondo reale.
Da una parte infatti bisogna saper sfruttare le potenzialità di internet, in particolare dei social network, per creare curiosità nelle persone, accrescendone lo stimolo ad una conoscenza più approfondita che non si fermi alla superficialità del mondo virtuale.
Bisogna tornare a vedere il web per quello che è: un mezzo e non il fine ultimo, riscoprirne il valore che risiede nel più potente strumento alla call-to-action.
Dall’altra parte è necessario agevolare il pubblico alla conoscenza diretta dell’arte attraverso l’organizzazione di momenti artistici, mostre, live show, che possano far comprendere l’espressione artistica e le caratteristiche delle opere, al fine di creare un senso critico solido necessario per il riconoscimento tra una vera opera d’arte e un semplice esercizio creativo.
Concludendo il web è uno strumento fondamentale nell’arte così come per tutti gli altri campi e settori, ma non bisogna elevarlo e snaturarlo rendendolo il fine ultimo, ricordando sempre che, almeno ad oggi, viviamo in un mondo materico fatto di un complesso insieme di elementi reali ed il nostro impegno deve essere diretto al miglioramento di tale realtà.