CIL Paint Chip names for menChe le donne vengano da Venere e gli uomini da Marte è ormai risaputo, ma che questo potesse dare spunto ad una strategia di marketing con una campagna cross-mediale capace di incrementare le vendite di un’azienda produttrice di vernici del 10% in pochi giorni, ha quasi dell’incredibile!

L’assunto è: come armonizzare le visioni delle due metà del mondo? O, per lo meno, offrire a una delle due (quella maschile) un’opportunità in più per essere partecipi di quella che a solo sentirla nominare sembra, per il popolo di Marte, quasi una punizione, l’Home Decor?

Quando si tratta, infatti,  di mettere mano alla personalizzazione dell’arredamento di casa, sembra che la partita sia solo femminile e certo i nomi dati ai colori delle pitture, di ispirazione (come per altro nella Moda) prettamente venusiana non aiutano. Il colpo di genio, per venire in soccorso agli uomini, è di chiedere alla comunità Social – partendo da una App di Facebook e da un Social Video esplicativo – di trovare dei nuovi nomi ai colori che gli uomini possano pronunciare, ad alta voce, senza vergognarsi!

L’idea totalmente unconventional è venuta alla CIL un’azienda canadese produttrice di vernici per il decoro delle casa.

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Il presupposto è che il colore che vuole Lei deve avere anche un nome che le piaccia, ma quest’ultimo spesso – molto spesso – fa storcere il naso al suo Lui: da qui nasce un’opportunità, ossia, trovare il modo, in maniera simpatica ed intelligente, di creare un forte engagement su entrambi i target prospect generando un bisogno, ossia, quello di rinominare ogni singolo colore in versione appetibile anche al “mondo uomo”, potendo, oltretutto, partecipare ad un concorso ed ottenendo dei risultati che hanno del sorprendente: più di 15.000 nuovi nomi!

Se infatti il color Cuddle (coccole) fa rabbrividire un uomo, la medesima cromia rinominata Cement (cemento) ha tutto un altro gusto, così come un ambiente dalle pareti Tuttifrutti inquieta i signori maschi, bene, lo stesso muro rinominato Razor Burn ha un non so che di “uomo che non deve chiedere mai”…

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Ma perché questa campagna ha avuto successo, ottenendo una copertura mediatica che supera i mezzi direttamente impegnati dall’azienda (stampa e Social Media) ottenendo un forte rinomanza anche dalla TV e dai giornali on e off line (100 milioni di on line media impression e più di 1 milione di dollari in earned media)?

Certo, il video fa sorridere, soprattutto se ci si sofferma agli sguardi ed alle espressioni degli uomini, e benché parta da una situazione inusuale, è vicino ad ognuno di noi perché fa rivivere nello spettatore situazioni già vissute, un racconto-verità della propria quotidianità di coppia.

La vera forza della campagna è, però, quella di aver saputo ingaggiare il popolo dei Social, e non solo con degli strumenti che fino a pochi anni fa non avevamo a disposizione, sviluppando delle strategie che vedono la Co-creazione come elemento principale nella definizione del Namingrendendo così la propria audience partecipe nell’identificazione del prodotto, fortemente in linea con le proprie necessità e gusti. L’intercettazione di un bisogno che è alla base di nuovo modo di fare marketing, per dare valore, engagement, passione e ascolto. Un tema davvero interessante e innovativo di cui, oggi, si parla qui in diretta, nel seminario “Social Media: rischio per la reputazione aziendale?“.

Tutti questi aspetti non sono sicuramente passati inosservati e l’effetto generato è stato proprio quello descritto in precedenza: Santo Graal di ogni digital marketer, il raggiungimento di un’ampia copertura spontanea di Media (anche tradizionali) non pianificati e, quindi, a costo zero!

Tirando le somme il messaggio che si vuole trasferire è sempre lo stesso: giocare sulle “debolezze” comuni ad ognuno di noi, con spirito, sagacia ed acume, lanciando delle “sfide bonarie” a cui non si chiede di partecipare per soddisfare un bisogno dell’azienda ma uno dei nostri, offre sicuramente l’opportunità di ottenere forte gradimento.