Il cambiamento esiste da sempre, è fisiologico e naturale, possiamo percepirlo, oppure rimanere nel flusso o resistergli. Vale per gli uomini e per le aziende e ancora di più per quegli uomini e donne che sono imprenditori.
I cambiamenti possono essere classificati in due macro-categorie:
- Positivi (opportunità in atto), che spesso equivalgono a una scelta: ad esempio una start-up o innamorarci, chi non ha cambiato o sconvolto la propria vita per un batticuore, un’intuizione o un sogno;
- Negativi (opportunità in potenza), che invece possiamo subire o che in qualche modo rompono i nostri piani, i nostri programmi come può essere un licenziamento, la perdita di un cliente, un calo nelle vendite, una separazione…
C’è qualcosa che può facilitare questo movimento naturale che i filosofi dell’antichità chiamavano “divenire”? Non sempre è sufficiente “dover” fare qualcosa per rompere gli automatismi e riprogrammare comportamenti e azioni, c’è bisogno di qualcosa in più: impegno e disponibilità…
«E debbasi considerare come non è cosa più difficile a trattare, né più dubia a riuscire, né più pericolosa a maneggiare, che farsi a capo ad introdurre nuovi ordini. Perché lo introduttore ha per nimici tutti quelli che delli ordini vecchi fanno bene, et ha tepidi defensori tutti quelli che delli ordini nuovi farebbono bene… »
Niccolò Machiavelli, Il Principe, cap. 6
Che cosa possiamo fare?
Guardare alla realtà in modo oggettivo, chiaro, analitico, per cogliere i sintomi e individuare le cause che hanno o stanno generando la criticità.
Recentemente, ho letto “L’evoluzione della PNL”, nel quale ho trovato uno strumento, semplice ed efficace: il modello SCORE (Acronimo di Sintomi, Cause, Obiettivi, Risorse, Effetti) messo a punto da Robert Dilts e Todd Epstein. I due autori affermano che: “per affrontare qualsiasi processo di cambiamento o di guarigione, è fondamentale acquisire informazioni su sintomi, cause, obiettivi, risorse ed effetti della situazione o del problema che si sta analizzando”.
5 passi per superare i blocchi legati al cambiamento:
- Identifica i sintomi: qualsiasi sia il cambiamento è necessario individuare tutte quelle limitazioni materiali e immateriali che emergono o si profilano di fronte un possibile cambiamento organizzativo.
- Vai a caccia delle cause. Le cause possono essere meno ovvie, più ampie e di natura sistemica rispetto i sintomi. Spesso di fronte al mancato cambiamento potrebbero esistere vantaggi secondari del sintomo (evito di cambiare perché ho paura di sbagliare).
- Definisci l’obiettivo: individua il business plan o il business model o definisci il budget… è arrivato il momento di comprendere di quali risorse tangibili e intangibili hai bisogno.
- Per ogni sintomo, causa e obiettivo c’è la giusta risorsa: questa è la fase per trovare informazioni, chiedere aiuto a consulenti e coach, fare percorsi formativi, oppure semplicemente cercare la motivazione.
- Prevedi gli effetti a lungo termine del cambiamento
Come applicare il modello
Dei sintomi si fa esperienza nel presente o nel passato recente; le cause di questi, tendono a precederli a volte di poco, altre nel passato più remoto. Gli obiettivi si collocano nella stessa cornice temporale dei sintomi, sono ciò con cui vogliamo sostituire questi ultimi; quindi se il sintomo è nel presente, anche l’obiettivo sarà nel presente o nel futuro prossimo. Gli effetti sono invece i risultati che si manifesteranno soltanto a raggiungimento dell’obiettivo e possono riguardare anche un futuro più lontano. Le risorse possono venire da qualsiasi momento nel tempo e anche da qualsiasi persona o conoscenza: sii creativo!
Alcune decisioni o alcuni obiettivi possono richiedere una serie di risorse diverse applicate nell’arco di mesi o anche di anni. La definizione di: sintomi, obiettivi, cause potenziali ed effetti a lungo termine, deve essere un processo costantemente in atto che ci aiuti a mantenere dritta la barra e attivare un processo di cambiamento continuo senza paure o freni.