Non nascondiamoci che Facebook ha compiuto dieci anni. Sono ironica, si. Non c’è stato un telegiornale, un giornale nazionale, per non parlare di blog e notiziari online, che non abbiano parlato del fatto. A ragione, per carità. La notizia è gustosa, la data ufficiale il 4 febbraio, Facebook è sulla bocca di tutti, che ne dicano bene o male, come al solito, l’importante è parlarne. Qui non tratteremo certo delle quotazioni in borsa, dei miliardi guadagnati da Zuckerberg, né tanto meno del suo mitico biglietto da visita che recita “I’m CEO, bitch” (Sono un CEO, puttana!).Proprio un mattacchione. Qui vogliamo parlare della ricaduta di questo Social sulla nostra vita. Niente dati o statistiche, solo opinioni. Quelle che ci chiede, d’altra parte, anche il Social tutti i giorni e che noi ben volentieri gli consegnamo, con quell’ansia di condivisione che ci fa sudare fino al raggiungimento dei tanto desiderati like. Ma cos’è un’opinione? Dallo Zingarelli: idea, giudizio o convincimento che una o più persone si formano nei confronti di specifici fatti. Quindi condizione necessaria è essere persone, poi bisognerebbe pensare e infine sapere esprimere questa idea. Quindi: pensiero pratico ed espressione. E mi sono detta, non volendo ripetere il contenuto di innumerevoli post sul compleanno facebookiano, proviamo a sentire chi di queste due attività ha fatto una professione. Cioè? Un politico e uno scrittore.Vi Piace? Beh, fa niente, io l’ho pensata così. Alessandro Zannoni, scrittore noir, ligure, un passato antiquario, un futuro stampato. Alessia Mosca, deputato, oggi capogruppo Pd nella Commissione Politiche europee. Due persone diverse, due opinioni agli antipodi. Buon divertimento!
Alessandro, dopo 10 anni di vita, ma abbiamo capito a cosa realmente serva FB?
Serve ad aumentare in maniera esponenziale la possibilità di “cuccare”, spacciandosi con nonchalance per chi non sei – di solito scrittore/poeta oppure strafiga/manager di me stessa. Serve moltissimo a formare gruppi di persone che odiano altre persone. Serve pure a sentirti nauseato della razza umana e a farti capire che di questa nausea non puoi farne a meno. Serve parecchio a sentirti in pace con la tua coscienza, cliccando mi piace ai post di indignazione politica e quelli rivoluzionari, per non parlare di quelli che è parlano dei disastri tipi terremoti e alluvioni. FB riesce a tirarci fuori il peggio ma metterlo in vista come fosse il nostro meglio. La cosa fondamentale, in questi tempi di crisi, è che sia gratis.
Alessia, Che voto daresti a FB nella lista dei mezzi utili nella comunicazione politica (da 1 a 10) e perché?
Direi 8. È uno strumento di discussione veloce e immediato. Ha il pregio di poter “connettere” politica e cittadini in un rapporto reciproco, con feedback costanti e immediati saltando i classici steccati del rapporto diretto. Purtroppo questa immediatezza, da intendersi anche come mancanza di mediazione, può essere sfruttata anche per trasmettere messaggi violenti o palesemente falsi. Come sempre il colpevole non è il mezzo ma chi lo utilizza.
Alessandro, ogni minuto vengono espressi 1,8 milioni di like, un’intensa attività. Non è che questa attenzione ai social toglie tempo al lavoro e alla lettura? O forse per la tua attività di scrittore è una fonte di ispirazione?
Certo che toglie tempo. Toglie tempo soprattutto alla famiglia. E quando dovresti lavorare, ti ritrovi invischiato là sopra perché hai sempre una cazzata da postare, un commento a cui rispondere, gli osanna da gustare perché hai scritto qualcosa di buono. Insomma un disastro. FB è un “mangiavita”. La questione è che poi ci trovi gente molto intelligente e colta, ed è sempre un piacere scovarli e leggere qualcosa che colpisce, sia nella forma che nel contenuto. Non nego che lo faccio sperando che accresca la mia scrittura, o per appuntarmi un’idea da utilizzare in un romanzo. Ultimamente però sono entrato in un loop negativo, mi colpisce solo l’ignoranza e le robe pessime, e mi sono accorto che, dai e dai, mi si stanno instillando dubbi grammaticali che prima non avevo. Ciò significa che FB non migliora l’italiano di chi lo frequenta. Anzi.
Dovrebbe essere invece un luogo di scambio di opinioni e di esperienze, oppure è solo cazzeggio?
Personalmente il cazzeggio è l’arte migliore che riesco ad esercitare. Magari non proprio becero, ma un cazzeggio soft, tipo roba che dici qualcosa di interessante ma senza fare il professorino saccente, ché su FB ce n’è una serie illimitata e non si possono mica sopportare. Sullo scambio di opinioni sono abbastanza positivista, anche se di solito finiscono a maleparole, appena la gente si trova davanti ad una divergenza di vedute. Il problema di FB è la velocità di reazione. Non hai tempo di digerire niente, devi ingollare tutto al volo perché le notizie o le discussioni, dopo poco, sono già vecchie e soppiantate da nuove notizie e altri spunti da seguire. Quindi anche la lettura è veloce, superficiale, e pure le risposte, anche se articolate, a volte parlano di aria fritta. È un bel problema noto da tempo che ormai si è calcificato – e che si esalta quando escono quegli articoli-bufala che nessuno si prende la briga di andare a controllare.
Alessia, oggi il dibattito politico e sociale ha invaso FB, vedi delle controindicazioni in una così invasiva intromissione?
Come tutti i mezzi di comunicazione il limite è quello di costituire un mondo dentro la realtà. Per questo il rischio di cui abbiamo esempi concreti, è quello di fornire una percezione distorta e non effettiva su come vanno realmente le cose. Se un pregio potrebbe essere quello di permettere a una piccola informazione magari trascurata dai mezzi di comunicazione di diffondersi rapidamente, dall’altro purtroppo una comunicazione più violenta attecchisce più rapidamente e senza lasciare molto spazio all’approfondimento e alla verifica, all’analisi.
Pensi quindi che nei prossimi anni ci sarà uno sviluppo in ambito politico dei social o una decrescita. E quindi, si tratta di un’opportunità o di un limite per il coinvolgimento dell’elettorato?
I social media sono parte del mondo presente, ma alla velocità con cui le innovazioni hanno cambiato non solo il nostro modo di comunicare, ma addirittura di usufruire del nostro tempo, di gestire le nostre agende e di coltivare i rapporti è davvero difficile fare previsioni. Lo abbiamo visto anche in anni recenti, parametri che erano validi fino a meno di un decennio fa sono diventati obsoleti nel giro di pochi mesi.
Credo possa esserci una crescita anche se è difficile prevedere cosa succederà tra dieci anni: 10 anni fa chi avrebbe mai potuto pensare a una tale esplosione dei Social?
Per chiudere un dato devo citarlo, uno di quelli che proprio mi hanno lasciato senza parole: pare che gli utenti più attivi su FB non siano i giovani – per i quali era stato pensato – ma la fascia d’età che va dai 35 ai 45 anni. Questo FB ci ha proprio cambiati…
Ci ha cambiato eccome. Basta che ascolti un telegiornale qualsiasi e non c’è giorno che non senti, mentre danno una notizia qualunque, che sia implicato un personaggio famoso e uno sconosciuto, la frase “ha scritto sulla sua pagina Facebook” oppure “ha twittato”. Emblematico il padre di quella ragazzina uccisa dalla madre che, a pochi minuti dal fatto, ha avuto il pensiero di postare sulla sua pagina l’accaduto, e magari si è incazzato che non gli è venuto in mente di postare una foto della figlia morta a terra. Ormai la gente crede che la pagina FB ci rispecchi davvero. La questione ci ha preso la mano. Sai, credo sia facile intuire il perché FB sia appannaggio dei 35/45 enni: se sono persone insoddisfatte e perdenti, qui sopra hanno la possibilità di rifarsi una verginità, una cultura, un’immagine, uno status sociale, una personalità vincente e accattivante. I giovani di oggi, quelli che non lo seguono, saranno gli utenti del domani, tranquilla. E chicca fresca: proprio l’altra sera Zuccky ha regalato ad ogni utente il filmato personalizzato di tutta la sua vita su FB, foto personali, foto condivise, post con più mi piace, sul sottofondo di una musica strappalacrime. Identico a quei filmati che fanno vedere in onore di un concorrente appena eliminato dalla casa del Grande Fratello. O del tutto simile a quelli che fanno a StudioAperto di Italia1 quando muore qualcuno. Bè, il mio l’ho visto e alla fine mi sono toccato i gemelli.
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