Quasi tutte le imprese che trovo bene o male vogliono cambiare; o perché costrette o perché consce che così non va più. Cambiare però non è mai facile; soprattutto se non stiamo parlando di qualcosa di superficiale e ancora meno secondo me se parliamo di una PMI. Il cambiamento in una PMI è legato ancora di più che in una grande impresa ai singoli e all’imprenditore/manager; è limitato dalle risorse economiche spesso contenute; talvolta si scontra con una tradizione familiare o con anni di successi.
In questo panorama un ruolo chiave è giocato dalle tecnologie e in particolare modo da internet e dai social media. Non esiste luogo, impresa e imprenditore che non parli, pensi o provi una qualche speranza, attrazione, sentimento legato all’e-commerce e/o ai social media
Ci sono gli entusiasti che non li hanno mai provati.
Ci sono i delusi del “pensavo che bastasse”.
Ci sono quelli del fatto in casa da miocuggino.
Ci sono quelli che “non ho mica soldi ma sono belli”.
Ci sono quelli del sito web fatto nel 1998 e “te lo posso assicurare non serve a nulla”.
E poi ci sono quelli che proviamoci, vediamo, ri-proviamoci,…
Io non sarò un esperto, non capirò bene il ranking di Facebook e l’algoritmo SEO di Google, non sono e non sarò mai un “social media coso” e probabilmente dovrei anche smettere di scrivere post sul tema e, senza usare un “ma” o un “però”, mi prendo la libertà di affermare tranquillamente che la Rete in ogni sua declinazione e mutazione non è altro che un cavallo di Troia per qualcosa di più importante e più grande: il cambiamento organizzativo, l’approccio strategico all’azienda e l’innovazione. Quindi bando alle ciance e non prendiamoci più in giro. I Social Media di oggi sono il fax di domani: vediamo di cogliere e integrare nell’azienda il loro potenziale, sia a livello organizzativo, che di pensiero strategico prima ancora che il loro uso. O, detto in altre parole, cari imprenditori e, perché no cari amici consulenti, abbracciate la Rete capitela, respiratela, amatela, usatela ma alla fine ebbri di Like, Tweet, satolli di SEO, SEM e di qualsivoglia acronimo, ricordatevi che è uno strumento. Sì, solo un semplice strumento.
I Social Media sono solitamente usati per comunicare all’esterno delle aziende nel tentativo di: aggregare e intercettare individui che condividono interessi o valori vicini a quelli dell’azienda; formare una comunità di persone; far sì che questa community “sposi” l’azienda comprandone prodotti e servizi, diffondendone e condividendone impressioni e benefici, dando costanti feedback.
Poco o nulla si legge e si dice sul ruolo dei social media come driver del cambiamento organizzativo. La dinamicità, il cambiamento e la facilità di utilizzo di questi strumenti offre, infatti, alle aziende, anche di piccole dimensioni, la possibilità di abbattere barriere comunicative, sperimentare nuovi approcci al lavoro e condividere. Inoltre, la mutabilità del web e innovatività del web aiuta chi li usa a familiarizzare con l’idea di cambiamento continuo e di ricerca continua di innovazione.
Quindi come usare i Social Media per favorire il cambiamento organizzativo?
1. Aumentare coinvolgimento e impegno dei dipendenti
I social media aiutano a spiegare meglio le ragioni di cambiamenti, ad esporre preoccupazioni, a commentare andamenti e successi dell’azienda, svincolando tali comunicazioni dalla formale riunione di rito o dal sempre spinoso appuntamento con il superiore.
L’ideale in tal caso sono le piattaforme di micro-blogging come Tumblr, veloci da usare o i gruppi privati su Facebook e Linkedin, o un CMS come WordPress che possa seguire l’evoluzione delle esigenze aziendali. La diffusione di questi strumenti permette, inoltre, di favorire il crowdsourcing di idee, feedback e opinioni. Personalmente, propendo per l’uso di WordPress in quanto la sua flessibilità permette una facile evoluzione a seconda delle esigenze che possono andare: dalla costruzione di FAQ condivise utili nei processi aziendali, alla scrittura condivisa e spontanea di news aziendali, passando per la condivisione di notizie, normative, innovazioni o “gossip” su concorrenti.
2. Favorire l’organizzazione del lavoro e il monitoraggio
Tutti quegli strumenti che permettono la condivisione di calendari (Google), note (Evernote) e controllo di task e progetti (Wunderlist) favoriscono l’emersione di una cultura collaborativa, stimolano la partecipazione di tutti, rompono le barriere interne, permettono una maggiore monitoraggio delle varie fasi. Inoltre, orienta l’azienda verso logiche di lavoro moderne legate al progetto e alla collaborazione con più attori, anche esterni. Infine, su tale aspetto non porrei limiti Whats App o WeChat possono, infatti, essere utilissime per tutte quelle aziende con decine di agenti difficilmente coordinabili e contattabili.
3. Favorire l’apprendimento e la trasmissione delle conoscenze
Ogni dipendente ogni giorno affronta tanti piccoli problemi e riceve informazioni da clienti e fornitori che spesso rimangono tacite così che non solo l’azienda non migliora ma continua anche a perdere tempo per risolvere sempre le solite questioni. Anche in questo l’uso di una piattaforma di micro-blogging, di note condivise, di WordPress può aiutare ad aumentare il capitale delle conoscenze interne nei confronti dei propri clienti e fornitori e nei confronti di problematiche comuni; facilitando da un lato l’orientamento di tutti verso il problem solving e dall’altro l’emersione di richieste o opportunità latenti di mercato.