Eat like a bird and poop like an elephant” è una delle dieci regole espresse da Guy Kawasaki nel suo libro “Rules for Revolutionaries: the Capitalist Manifesto for Creating and Marketing new Product and Services” .

Si tratta di principi che egli pone alla base della creazione e del marketing di nuovi prodotti:

  • Jump to next curve, or better yet create the next curve”: non adagiarti sui prodotti già realizzati, ma rivolgiti sempre al futuro ed ai nuovi orizzonti;
  •  “Don’t worry be crappy”: non aspettare che il prodotto sia perfetto, lancialo quando è chiaramente meglio di qualsiasi altra cosa, ma non aspettare che sia perfetto;
  •  “Churn baby churn”: non convincerti che la prima versione del tuo prodotto sia quella giusta, cerca sempre di migliorarlo e di aggiornarlo;
  • Be prepared to break down barriers”: i prodotti rivoluzionari devono affrontare delle barriere, inclusa l’ignoranza, l’inerzia, la complessità. Non scoraggiarti di fronte a queste.
  •  “Make evangelists not sales”: devi legittimare la rivoluzione prima di venderla. Crea una community intorno al prodotto. Una volta stabilita questa, la vendita seguirà automaticamente.
  • Let a thousand flowers bloom”: quando le persone stabiliscono un nuovo uso del tuo prodotto, abbraccia questo cambiamento.
  •  “Eat like a bird, poop like an elephant”: mangia come un uccellino e produci come un elefante.
  •  “Think digital, act analog”: il prodotto può essere digitale, ma il marketing deve basarsi su relazioni analogiche, come riunioni faccia a faccia, che ti aiuteranno a trovare anche nuovi investitori.
  • Do not ask people to do things you won’t do”: non aspettarti che altri paghino prodotti che tu per primo non saresti disposto a pagare.
  • Don’t let the bozos grind down”: lo status quo cercherà sempre di bloccare le innovazioni. Ignora il tutto e procedi: se non provi, non saprai mai se avrebbe funzionato.

leader-volano

Mi vorrei soffermare in particolare su “Mangia come un uccellino e *** come un elefante”. Gli uccellini mangiano per il 50% del loro peso, ed è questo che i “rivoluzionari” dovrebbero fare con le informazioni: assimilare la maggior quantità possibile di input, ed una volta presa coscienza di questi, condividerli e “spread them around”, come un elefante.

Questa immagine appare emblematica dell’atteggiamento che tutti i leader attuali dovrebbero adottare, in qualsiasi campo ed a qualsiasi livello essi operino. Tale ruolo, infatti, è completamente mutato rispetto all’impostazione passata. Oggigiorno chi è leader non comanda, chi è leader non impone le sue decisioni, non elude le prospettive e non rifugge il cambiamento. Condivisione, relazione ed approvazione sono le caratteristiche di coloro che saranno in grado di guidare e risollevare la situazione nella quale ci troviamo ad agire.


Perché sono proprio i leader attuali ad incarnare “il rivoluzionario” di G. Kawasaki.

Essi devono essere in grado di guidare le proprie aziende, affiancandosi al cambiamento con prontezza ed audacia, lanciandosi in nuove sfide e differenziandosi con innovazioni, talvolta rischiose, ma che possono essere l’unica linfa vitale per la sopravvivenza di prodotti e servizi che tendono ad essere ormai desueti.

A tal riguardo rimando ad un post di Gianluca Fiscato , il quale ricordando il principio di Guy Kawasaki, sottolinea oltremodo la necessità che vengano create opportunità per mettere in campo queste caratteristiche: ad esempio giornate ed occasioni dove alle persone possano essere messi a disposizione nuovi input, nuovi stimoli, che consentano a loro volta l’istituzione di un ambiente lavorativo nel quale sia possibile condividere tali informazioni ed avvalorarle.

In questo momento storico, privo di certezze e prospettive, in cui l’economia si trova di fronte ad uno scenario oscuro, pieno di difficoltà, i leader devono imparare a volare. Il mondo del cambiamento è arrivato, e solo chi osa spiccare il volo con un’idea nuova e rischia “cibandosi” di elementi diversi, non standardizzati, ecco, solo colui che si comporterà come un uccellino riuscirà poi a produrre come un elefante.

È bene, in ogni caso, precisare che l’assunzione di questi input non debba essere del tutto acritica. Certamente la quantità di informazioni non corrisponde sempre alla qualità delle stesse: bisogna essere in grado di discernere ciò che può portare ad un risultato positivo e ciò che invece termina con l’essere solo un false friend.

Ed invero alcuni già lo stanno facendo. Non si guarda più al singolo prodotto, ma si procede raccogliendo la maggior quantità di informazioni utili, dai consumatori, attraverso i social media, dai fornitori, ecc., per poi riuscire a creare qualcosa di nuovo, che solletichi l’interesse e l’entusiasmo del consumatore finale. Perché come suggerisce G. Kawasaki: “Churn baby churn” . Migliora, cambia, reagisci alle barriere che si sono create attorno alla tua attività, continua ad innovarti e solo così riuscirai ad operare come un vero e possente elefante.

Eliminare le barriere pregiudizievoli del passato, la canonizzazione dei prodotti ed il classico “è da anni che si fa così” è la sfida più difficile, che non viene spesso superata nelle PMI. Esse si fondano su decenni di storia dell’azienda: punto di partenza sicuramente importante e di privilegio, ma che, se considerato unico elemento di riferimento, non permette di decollare e sfuggire all’immobilismo dell’attualità.

Dunque cari leader, se darete ascolto e condividerete i vostri obiettivi, riuscirete a concretizzare l’immagine proposta dall’autore e vedrete che imparare a volare non sarà più così impossibile.