quarantenniCome iniziare un post con il botto? Chiamando in causa una generazione che raccoglie buona parte dei lettori di questo blog e attendendo dei loro commenti.

Una generazione che fino a ieri sembrava destinata a rimanere a bordo campo, dimenticata dalla classe politica, sfavorita dalle dinamiche del lavoro, creativa e ambiziosa ma in apparenza incapace di sovvertire le regole del gioco.

Presa in giro per il suo passato tardo yuppie, attratta dai quei miti degli anni ’80 che oggi ci fanno  sorridere, figli della televisione e della pubblicità. Ma ora il presidente del Consiglio dice che saranno loro ad avere il compito di cambiare le sorti del paese. È finalmente arrivato il loro momento, basta immarcescibili politici e vecchi imprenditori, l’Italia deve aggiornarsi.

Oh, però non dimentichiamoci che essere giovani non è un automaticamente garanzia di qualità e capacità, dentro quelle cifra, i 40, bisogna metterci qualcosa. Bisogna insomma dimostrare il valore del proprio lavoro e del proprio pensiero, soprattutto. La cosa buona dei quarantenni è, a mio avviso, oltre all’ovvio cambio generazionale, che sembrano più distanti dai palazzi del potere e più vicini alle persone, agli elettori. La loro scommessa, che Letta dice sia un imperativo vincere, coinvolge la loro generazione per prima, se il paese non cambia sono i quarantenni per primi a non avere futuro: lavoro, famiglia e futuro dei figli, qualità delle istituzioni, garanzie sociali, tutti temi che è ora di affrontare con progetti concreti e risolutivi. Una volta per tutte! Dai almeno provateci cari quarantenni, non so se sarete meglio dei vostri padri o nonni, di certo siete più vicini a questa epoca in così rapida evoluzione.

So che qualcuno adesso starà pensando che tanto le cose non cambiano mai, una generazione vale l’altra e chi arriva al potere ci resta, ben saldo sulla sua sedia, perdendo qualsiasi spinta innovatrice. È difficile essere obiettivi sul proprio tempo, l’idea comune è che non cambi mai niente, che ci siano criticità mai superate e che la maggior parte delle scelte fatte siano sbagliate. Una dose di ragione va accordata ai suddetti ma se ci fermiamo un attimo a riflettere, ci accorgiamo che negli ultimi mesi qualcosa di davvero unico è successo vicino a noi, qualcosa che davvero si può dire rivoluzionario.

Il Vaticano, spina nel fianco dell’Italia, nel 2013 ha visto il più grande cambiamento degli ultimi secoli: le dimissioni di un Papa e quindi la contestuale presenza di due Vicari di Cristo. Un Natale con due Papi che si scambiano gli auguri non si era mai visto.

Vedete come cambiano in fretta le cose: un anno fa eravamo abituati a osservare la Chiesa in un certo modo, a criticarla per le sue incoerenze mentre oggi Papa Francesco ha compiuto una rivoluzione, non solo interna – per la prima volta un gesuita guida la Chiesa – ma anche esterna, nei contenuti e nella forma, ha in poche parole realizzato un cambiamento profondo, e in più piacendo a tutti.

Milano, dicembre 2013. Piove, fa freddo, bisogna comprare i regali di Natale, ma di macchine in centro se ne vedono davvero poche. Soppiantate dalle biciclette e dal car sharing. A pensarci, solo 5 anni fa, sarebbe sembrato incredibile, abbandonare la propria macchina, usare di più i mezzi pubblici, il centro più vivibile, e infine LA notizia: quest’anno in Italia si sono vendute più biciclette che automobili.

Idealmente vorremmo già essere nel 2015, l’Expo di Milano, che naturalmente coinvolgerà tutta l’Italia, se non altro per il suo tema, “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, a mio parere un altro importante tassello del cambiamento. Perché quello che mi piace di questi benedetti quarantenni è che loro, nel loro piccolo, un cambiamento l’hanno già saputo realizzare. Nello stile di vita, nello stile alimentare, dimenticato il consumismo sfrenato e la crescita degli ’80, tra merendine e cartoni animati, oggi ha fatto tesoro di un’esperienza sociale non-sostenibile e, forse anche incentivati dai trends internazionali, hanno imposto una svolta. Oggi si consuma di meno, si spreca di meno, si è più attenti e selettivi, si sceglie la bicicletta, si parla di ecologia – parola bannata trent’anni fa -, piano piano si riscoprono mestieri e dimensioni dimenticate.

Dai quarantenni, il 2014 è vostro, ora almeno potete provarci!

Lettura consigliata: Michele Serra – Gli Sdraiati – Feltrinelli Editore