PMI, artigiani e web

Qualche giorno fa ho fatto un esperimento: ho provato a chiedere ad alcuni artigiani e piccoli imprenditori che seguo se avrebbero mai pensato di non ritirare la posta dalla cassetta per una settimana, o di fare finta di non vedere un cliente che guarda la vetrina ed entra a chiedere informazioni, o di smettere di credere nei motivi che li hanno spinti ad aprire un’attività.

Naturalmente mi hanno risposto di no!

Vi chiederete come mai questa indagine: è presto detto. È di questi giorni, infatti, la notizia del sondaggio effettuato dalla Doxa sulla scarsa presenza sul web delle piccole e medie imprese italiane, i dati hanno evidenziato che la percentuale di aziende con un sito ed una pagina facebook è solo del 56%. Sono stati presi in considerazione solo alcuni settori come ristorazione, viaggi e bellezza; se si fosse guardato anche agli artigiani e alle piccole imprese sicuramente la percentuale sarebbe stata ancora più bassa.

Mi sono chiesta: come mai?

Ed ecco la mia idea.

Manca la cultura e la capacità di affrontare il web ed i vari strumenti che mette a disposizione in modo strategico. E, spesso, se sono presenti online, molte aziende si arrangiano con il fai da te. Le piccole attività, quelle per intenderci a conduzione familiare o artigianali, sono ancora diffidenti e spesso pensano di essere troppo piccole perché il Web Marketing possa aiutarle, credendo che sia una risorsa riservata solo ai grandi, o che sia “tempo perso” o un’attività “senza un ritorno”.

In cosa potrebbero essere invece agevolati dalla presenza sui social e sul web? Secondo me, potrebbero avere un grande aiuto in termini di visibilità e di coinvolgimento perché hanno tanto valore da raccontare. Potrebbero combattere quella distanza commerciante/cliente che si è creata negli ultimi anni, soprattutto nelle grandi città.

Non più di trenta-quaranta anni fa, nelle nostre città e paesi (parte importante nel campione), si conoscevano negozi o piccole imprese con il nome del proprietario, si sapeva da quanti anni faceva quel lavoro, e non si diceva “vado all’ipermercato”, si diceva “vado a comprare due cose dalla Sig.ra Maria”.

Si conosceva la persona che ci lavorava e anche il suo prodotto-servizio, la sua storia ed esperienza, come avesse imparato il mestiere dal padre o dal nonno, e la qualità di quel lavoro perché su quella non si transigeva mai.

Succedeva poi che i proprietari di queste attività o piccole imprese chiamassero i clienti per nome e la conoscenza quindi era reciproca.

Perché il paragone con il passato? Semplice, è proprio ciò che ho detto agli artigiani e piccoli imprenditori di cui sopra: io trovo che internet possa essere un canale in cui le relazioni che si mettevano in atto anni fa tra cliente e azienda possano rifiorire, un luogo in cui si possa parlare e ascoltare e che dall’ascolto possa arrivare la conoscenza e poi la libera scelta del consumatore se andare a trovare la determinata azienda oppure no.

In altre parole, oggi la cassetta della posta è diventata la posta elettronica, la persona che entra fisicamente in negozio ora può essere un visitatore su Facebook o sul sito web, la mission aziendale, la propria proposta unica di valore.

Il web e i social media possono dare grande visibilità

Ma allora il mondo è cambiato, o ne è cambiato solo il linguaggio?

Il web e i social media possono dare grande visibilità, a costi ragionevoli, anche a quelle realtà per cui le spese di una pagina su una rivista da migliaia di lettori sarebbero inarrivabili e sopratutto inutili. Quante persone potrebbe raggiungere il piccolo artigiano locale con una buona strategia web e social? Quanto aumenterebbe l’engagement e la fiducia dei propri clienti per il piccolo commerciante?

Alla fine si tratta sempre di raccontare al cliente chi siamo e cosa facciamo offrendogli uno spazio per conoscere noi ed il nostro prodotto/servizio ed interagire, attivando quelle relazioni e quei colloqui che una volta avvenivano tra le vie del centro o sulla piazza del Paese.