Non capita tutti i giorni di trovarsi a scrivere gli ultimi capitoli della tesi di laurea. Emozione, stanchezza, ansia, scadenze da rispettare, professori che non rispondono. Un insieme di emozioni positive e negative che spesso non fanno dormire la notte.
A tutto questo bisogna però aggiungere una cosa: la ricerca di un lavoro.
Aspetto questo momento da cinque anni sognando l’azienda dei miei sogni, la posizione aperta per il posto di lavoro per il quale ho studiato e magari remunerato a sufficienza che mi permetta di iniziare a costruirmi un futuro. Lo so, sono una povera illusa e l’ho provato sulla mia pelle.
Tra una pagina scritta e l’altra, ho cercato qualche annuncio di lavoro. Ovviamente l’azienda dei miei sogni non ha alcuna posizione aperta adatta a me e le altre imprese offrono, o l’ennesimo maledettissimo stage che ho già fatto in due aziende, o un minimo di esperienza di tre anni. Giustamente, nella prospettiva aziendale, uno stagista 8 ore al giorno è molto comodo considerando i costi irrisori (sempre che li sostengano), e se questi soldi li devono spendere meglio avere qualcuno già formato e con esperienza che possa giovare all’azienda. Dall’altra parte del monitor, però, ci sono un sacco di ragazzi come me che inviano il loro CV, ma una mail di risposta non arriva mai. Ora, partendo dal presupposto che l’ennesimo stage non remunerato e senza prospettiva di assunzione, oltre a non sopportarlo non m’interessa, devo attivarmi per cercare un lavoro e mi chiedo: cosa potrei fare per essere notata tra i mille curriculum che un’impresa riceve ogni giorno?
Non ho tre anni di esperienza alle spalle, ma sono una persona versatile e che si è sempre adattata a fare tutto e che ha aderito a innumerevoli progetti universitari per poter mettere in pratica quello appreso sui libri. Sì, perché il problema delle Università italiane, che si ripercuote poi sulle imprese e automaticamente va ad alimentare la crisi (senza stare a sottolineare che lo Stato è presente solo nella riscossione delle tasse e nella realizzazione di nuove tipologie di contratti di lavoro che intralciano l’assunzione), è l’operatività. Una volta uscito con un bel 110 e lode lo studente italiano sa a memoria le varie declinazioni delle leve del marketing, ma quando gli si chiede di applicarle o riconoscerle la sua bocca si trasforma in quella di un pesce pronta ad abboccare l’amo.
Scusandomi per la digressione, torno a raccontarvi un modo per piacere a un’azienda che voglia una persona con esperienza e che io ufficialmente non ho.
Partiamo da una bella lettera motivazionale. La lettera deve essere studiata e pensata per l’impresa destinataria e non deve essere una lettera standard. Deve contenere una sintesi delle esperienze lavorative e spiegare la personalità del candidato. Mi hanno insegnato che anche un maratoneta è interessante per una posizione di marketing, non perché gli si chieda di correre durante le ore lavorative (o almeno non nel vero senso della parola), quanto perché rappresenta il carattere di una persona costante e determinata. La lettera motivazionale deve spiegare, quindi, perché l’azienda dovrebbe prendere proprio te.
Il curriculum. Ne ho visti di ogni genere… ma proprio di OGNI genere e per questo mi chiedo come mai avendo un cv normale non mi abbiano ancora preso. Il curriculum formato europeo è il più elegante, il più accettato, sintetico e chiaro. Mi raccomando, mai dimenticare la nota a piè di pagina che accorda al trattamento dei dati personali. Tuttavia il modello europeo può risultare estremamente noioso e per risaltare tra i vari cv che un recruiter prende in mano ci vuole qualcosa in più. Un curriculum non convenzionale può essere la descrizione delle nostre esperienze in modo interattivo che si può creare su alcuni siti online. Ora vanno molto di moda gli infographic cv che permettono di creare un curriculum molto più intuitivo e sintetizzato che è possibile condividere sui social network. Il non convenzionale puro può essere sfruttato dai creativi/grafici/designer che possono dar vita a qualcosa di davvero eccezionale. Ecco alcuni esempi.
Social Network. I social network sono i nostri più cari amici, e i nostri peggiori nemici. Se sono un luogo privato dove condividere i nostri contenuti con la cerchia di amici più stretti, sono anche la piazza più pubblica del mondo e osservata da tutti i recruiter. Stiamo attenti, quindi, alle impostazioni della privacy su Facebook, a pubblicare contenuti sobri su Twitter e a realizzare un buon profilo LinkedIn. Tutto questo va a creare la personal branding.
Telefonata. Per quanto internet e la multimedialità oggi siano tutto, la cara e vecchia telefonata in azienda male non può fare. Dimostra, infatti, vivo interesse per la posizione e per l’azienda, e può essere un altro modo per farsi notare e conoscere. Ad alcune grandi imprese, però, la cosa può infastidire giacché se tutti facessero così, l’HR passerebbe intere giornate a rispondere al telefono. Tuttavia io sono dell’idea che se con una telefonata si è automaticamente esclusi dai possibili candidati, è l’impresa stessa che non fa per me.
Raccomandazione. Sì, purtroppo è così. Serve una raccomandazione. Le aziende si fidano delle persone che conoscono e piuttosto che andare alla cieca offrendo un posto di lavoro a un perfetto estraneo cercano di affidarsi al consiglio delle persone che conoscono. Il problema che mi sono posto io e molti altri è: e se non conosco nessuno che mi possa raccomandare? Si dice che per sesto grado ci si conosce tutti sul globo… facciamo fruttare le nostre conoscenze.
Questo articolo forse è più utile a chi nelle aziende ci deve ancora entrare più che alle PMI che mi stanno leggendo, e forse ancora di più è stato utile a me per ordinare le idee e attivare tutti gli strumenti a mia disposizione per trovare un posto di lavoro. Tuttavia voglio dire qualcosa alle imprese lettrici: so quanto siate in difficoltà, quanto lo Stato vi stia mettendo in ginocchio, quanto costi un dipendente all’impresa, ma una buona risorsa dopo sei mesi di prova, può diventare il punto di svolta della vostra strategia. Coltivate anche voi le giovani risorse e vedrete che non ve ne pentirete.