Questo sarà un articolo un po’ atipico per chi è abituato a leggere i miei post. Un passo indietro per guardare avanti. Una sorta di quelle riflessioni in cui hai bisogno di sbirciare nello specchietto retrovisore per capire dove sei e cosa sei diventato, anche se sai bene dove stai andando. Con una piccola chicca finale 🙂

specchietto-retrovisoreRileggendo il post di Andrea, quando dice “Mi guardo indietro e penso: quanto strada abbiamo fatto per arrivare sino a qui!”, mi vengono in mente le oltre 80 aziende che abbiamo seguito, gli oltre 250 studenti selezionati che hanno frequentato i nostri Business Lab 2.0, i 25 docenti e testimonial che hanno contribuito a far crescere quello che poi è diventato un format registrato unico in Italia. I workshop con Google Italia, Facebook e Google Irlanda e le oltre 150 aziende in platea per ogni occasione organizzata con alcune associazioni imprenditoriali come soprattutto UNIS&F e CNA Emilia Romagna.

Non c’è nulla di celebrativo in tutto questo, anzi, solo la percezione che un progetto che aveva l’ambizione di unire mondi che raramente hanno dimostrato di saper dialogare in passato, può funzionare (studenti, università, associazioni e imprese). Che creare cultura ha contribuito a far crescere in questi anni e non senza difficoltà la consapevolezza sull’uso degli strumenti web e social media. Che chi pensava non potesse funzionare si sbagliava.

Ma c’è ancora un sacco da fare!

L’ampiezza e la varietà dei temi da trattare e delle competenze necessarie per lavorare nel campo del social media marketing è divenuto troppo ampio e la necessità di fare cultura, di creare nuove competenze è aumentata.

Ecco perché il prossimo passo è il Master In Social Media Marketing all’Università di Milano. Anche qui soprattutto aziende che metteranno a disposizione spazi, risorse e strategie per far si che studenti e tutor possano toccare con mano e contribuire ad una crescita comune. Sempre con lo stesso spirito che ha contraddistinto sino ad ora il Business Lab 2.0: “Fare per imparare” ben spiegato da Miriam Bertoli come una delle esigenze primarie della formazione a qualsiasi livello oggi: “Non solo teoria, dunque, ma soprattutto pratica”. Spirito in cui tutti i docenti coinvolti (anche da altri paesi europei) s’identificano e auspicano pronti e desiderosi di iniziare a sporcarsi le mani, a partire dal sottoscritto.

Ecco perché abbiamo già iniziato a portare il format del Business Lab 2.0 in giro per l’Italia con la volontà di coinvolgere, collaborare e anche cederlo a chiunque voglia trarne i benefici comprovati.

Ecco perché il Business Lab 2.0  si moltiplica e proprio in questi giorni parte con una azienda di Treviso una versione dedicata al Marketing non Convenzionale e alla Gamification. Dopo un Playground, gli studenti migliori vedranno premiati i loro piani di comunicazione non convenzionale in un vero e proprio contest che vedrà i vincitori realizzare operativamente quanto proposto affiancati dall’azienda e dai tutor universitari.

Ora più che mai mi torna in mente una delle slide della mia presentazione del workshop finale del Business Lab 2.0 del 2009.

4 regole passaparola

È necessario integrare nella nostra strategia web e social media queste…

4 piccole regole del passaparola:

  • Fai qualcosa che mi interessi veramente
  • Fai qualcosa di divertente, credibile e memorabile
  • Fai qualcosa di cui possa facilmente parlare con altri
  • Dimmi qualcosa che sia vero in modo che io non possa sembrare un bugiardo

Senza queste basi qualsiasi strategia è destinata a restare confinata tra le mura di casa siano esse le mura di mattoni dell’offline siano esse le mura di bit dell’online. Quello che siamo tutti i giorni non sarà diverso se cambiamo contesto. Non è che in rete tutto diventa più facile e bello solo perché siamo in rete.

D’altronde solo nelle favole un rospo diventa principe con un bacio, che dite?