D: “Ieri ho comprato un vestito incredibile”.
T: “Ah, in quello splendido negozietto che hanno aperto sotto casa?”
D: “No, in quello spendido negozietto che ho trovato in rete, all’indirizzo www.xyz.it. Da Google, la prima a destra, clicchi ed entri, è subito lì, lo vedi! Un bel posto, ci devi andare. Vedi tutti i modelli, la taglia è quasi sempre disponibile, i colori li vedi tutti e non ne scopri uno più bello del tuo una volta che hai già pagato, niente fila, spedizione gratuita e via. Domani arriva. A casa mia.”

Quello splendido negozio in rete è uno dei tanti e-shop, e-commerce, shop online, o come volete chiamarli che vendono qualcosa sul web.
Sembra banale ora, ma solo qualche anno fa non sarebbe proprio stato pensabile.

Ripercorrendo la storia dell’e-commerce con questa infografica vediamo come i primi esordi si attestino intorno ai primi anni ’80. Qui alcuni passi significativi:
e-commerce infografica

Primo acquisto online: Fu la signora  Jane Snowball (72 anni) nel 1984 la prima online home shopper. Usò il sistema Gateshead SIS/Tesco per comprare online.

I primi sentori sugli imminenti cambiamenti: Tra il 90 e il 92 alcuni articoli importanti cominciano a presentare le nuove tecnologie come capaci di cambiare il modo di comprare. Interessante, visto che il primo browser (Mosaic) e l’attuale modo di navigare comparirà solo nel 93.

L’e-commerce moderno: È dal 94 che partono i primi esempi di e-commerce così come lo conosciamo noi: Pizza Hut, Amazon e E-Bay in fase embrionale fanno capire che le cose stanno cambiando. Sono le prime dot.com. Dell vende il primo milione di dollari online.

La bolla del 2000: Sembra ci sia spazio per tutti e poi nel 2000 la bolla delle dot.com.

La ripresa a doppia velocità: Piano piano ci si riprende, la spuntano i colossi: Ebay compra PayPal, Amazon diventa quello che sappiamo, Google fa il botto e Yahoo! dietro alla rincorsa. iTunes non conta più i download rivoluzionando il settore musicale e YouTube  cede al colosso di Mountain View.

 

In tutto questo le aziende affinano il web design, imparano l’usabilità, sviluppano siti con tecniche raffinate, si posizionano su Google, fanno l’occhiolino alla web reputation, aprono sedi in tutto il mondo e capiscono che devono lavorare come se nel mondo ci fossero per davvero e non come se esistessero solo sul web. Perché, se i mezzi sono diversi on e offline, la strategia per competere non ha molto di nuovo.

Niente di più vero. Di virtuale c’è poco. Tutto il cuore rimane dentro la strategia.

In un e-commerce, così come in un negozio qualsiasi.

Vediamo i parallelismi:

  • La scelta del logo e del dominio diventa importante come una bella insegna.Sarà il tuo brand, da quel momento in poi dovrai curarlo e aiutarlo a crescere senza snaturarlo.Sceglilo bene perché accompagnerà l’attività per sempre. –> Per questo servono competenze da copy e di web designer.
  • Posizionarsi bene su Google significa avere un negozio sul Corso principale della città. Inutile avere un negozio curato in uno scantinato nascosto che nessuno trova. –> Qui c’è bisogno di nozioni di SEO, di SEM, di Pay per click, di Analytics per studiare i dati, di social e di link building.
  • Accogliere i clienti target: inutile che entri tanta gente, se non compra nessuno. Puntiamo ad avere la clientela giusta per quello che vendiamo, senza insegne ingannevoli. –> Niente di più utile del caro Kotler per studiare posizionamento e target. Marketing, tanto studio ed esperienza!
  • Avere un processo di acquisto semplice. Se i clienti ci trovano è importante accoglierli bene: significa per un negozio presentare tutto in modo ordinato e chiaro, con manichini che indossino le novità, ceste per i saldi e relle per i vestiti divisi per modelli e taglie. E casse e camerini ben segnalati. Significa per un e-commerce avere un menu di navigazione chiaro, categorie ben definite, la possibilità di vedere rapidamente cosa c’è e trovare informazioni dettagliate solo quando ci servono. Trovare belle foto. Riuscire a pagare in modo veloce, lasciando meno dati possibile e sapendo prima di andare in cassa il prezzo finale, senza scherzi. –> Un buon design aiuta l’utente a sentirsi coinvolto e studi di usabilità aiutano a capire come strutturare il sito e disporre al meglio le informazioni e i bottoni strategici. E naturalmente serve un bravo web master capace di realizzare quanto richiesto!
  • Conversione: aiutare l’utente ad acquistare. Buoni prodotti a catalogo, una buona comunicazione, un servizio al cliente opportuno aiutano il cliente ad essere interessato e invogliato all’acquisto, in negozio come online –> Una nuova professione come l’eshop manager è responsabile dei prodotti proposti, della loro disposizione ed evidenza sul sito, delle promozioni online, della disponibilità a magazzino, così come un manager di negozio.
  • Rendere il sito accessibile: renderlo facilmente navigabile e visibile sui diversi browser e dispositivi, su tablet e mobile, con versioni ottimizzate. Inutile farsi trovare e avere tutto in ordine se il negozio lo mettiamo al 13° piano senza ascensore, nessuno farà lo sforzo! –> Per questo entrano in gioco i web master migliori, aggiornati e curiosi sulle novità che il mercato propone a una velocità insolita.
  • Fidelizzazione: qui entrano in gioco tutte le strategie di direct marketing utilizzate offline: cross selling, upselling, sconti, spedizioni gratuite, punti fedeltà, etc. –> Anche qui l’esperienza da shop manager relativamente alle promozioni, alla comunicazioni, ai saldi e le azioni di direct email marketing sono decisive per far tornare il cliente sul sito.

Emerge quindi come i fattori di successo siano molteplici. Pogrammazione, web design, usabilità, web reputation, social media management, SEO, SEM, PPC, marketing, DEM, Adv: tutte competenze da usare in modo sinergico per far funzionare un e-commerce.

Molto raro trovare qualcuno in grado di gestire tutto, molto utile invece trovare competenze specializzate con una forte capacità di intendere il progetto completo e parlare i linguaggi dei singoli specialisti.

Oggi in Italia l’e-commerce partecipa al Pil per il 2% con un fatturato di quasi 12 milioni di € e con una crescita a doppio zero quando si parla di social commerce e di mobile commerce (dati Net-Comm).

Il fenomeno è interessante per i numeri che porta e per lo spazio che offre alle nuove professioni, soprattutto ai nativi digitali.

E’ proprio per questa necessità di formare studenti su queste tematiche specifiche che l’Università degli Studi di Milano ha pensato di ideare il Master post laurea in Social Media Marketing, un master sia didattico sia pratico, in cui verranno trattate tutte le tematiche presentate, per far crescere futuri professionisti del settore web.

Sono già aperte le iscrizioni e i posti sono limitati!

Per maggiori info visita il sito del Master!