Penna vs tastieraIo ho uno smartphone e una Moleskine.

App per disegnare e scrivere, ma anche un astuccio pieno di penne e colori.

Ho un’agendina, molto scarabocchiata, ma anche un calendario condiviso con mia moglie.

Ho colla, taglierino e forbice, ma anche moltissime app per collage video e foto.

Troppa roba!

Rincorro la semplificazione come un mantra illuminante, ma continuo da un lato a scaricare app simili ad agende e taccuini, dall’altro a comprare penne e colori che potrebbero servire.


Ogni tanto la semplicità cerca di prendere il sopravvento allora cancello app che non uso (con grande strazio perché sembra più una bellissima collezione di francobolli che una serie di strumenti); oppure tento il connubio perfetto per il mio piccolo astuccio da viaggio: una stilografica, una biro, un pennarello rosso. Combinazione che immancabilmente il giono dopo cambia.

Spesso esco di casa e dimentico il portafoglio con i documenti. Mai il telefono, carta e penna.  Mai digitale e analogico come fossero necessari entrambi.

Per me soprattutto carta e penna. Mi sentirei senza lo strumento giusto per affrontare, vivere e cogliere il mondo.

Ma prima del contenuto dello scrivere c’è l’atto dello scrivere, il movimento della mano comandata dal cervello. Un gesto necessario.

Cosa significa necessario?

Alcune ricerche* dimostrano che scrivere con la tastiera non è sostitutivo della penna. Sono due gesti completamente diversi i quali coinvolgono il nostro cervello in modo differente.

Lo scrivere con carta e penna, solo il gesto non il contenuto, “accende” aree del cervello adibite alla motricità fina, quella dei gesti di precisione.

Nel momento in cui scriviamo, soprattutto in corsivo, scriviamo anche con il corpo. Attività che con la tastiera non avviene in particolar modo perché le lettere sono sempre percepite come singole e slegate. Lo scrivere e leggere lettere ingarbugliate e legate tra loro richiedono uno sforzo cognitivo maggiore.

Basta fare un piccolo esperimento. Dopo una lunga giornata in cui non avete scritto e letto (se esiste questa giornata) mettete le mani dietro la schiena chiuse a pugno e pensate alla lettera “d” e provate a immaginarla; vi accorgerete che cercate, in modo impercettibile, di usare le dita per disegnarla oppure vi siete fermati un secondo per pensarci. Il cervello scrive con le mani e anche se la pensa solamente…

Alcuni studi* dimostrano che bambini i quali hanno appreso la scrittura con carta e penna riescono a scrivere meglio, apprendono più velocemente e soprattutto in fase di stesura di un tema scrivono frasi più lunghe e complesse di quelli che hanno imparato a scrivere con una tastiera.

Inoltre scrivere con carta e penna è un potente motore per la memoria: gli appunti all’università, la lista della spesa come gli schemi prima di un esame. Avete mai provato a scrivere la lista della spesa sullo smartphone? Non è la stessa cosa; il foglietto lo tirate fuori all’ultimo momento per controllare; il telefono appena entrate nel supermercato perché non vi ricordate quasi nulla.

Allora la rivoluzione digitale è un problema? Twitter non insegna a scrivere?

La questione ancora una volta è sul cambiamento che lo strumento induce nella nostra mente. Non è un buon cambiamento o un cattivo cambiamento è un cambiamento. La sciocchezza più grande sarebbe non prenderne atto e non esserne consapevoli.

Io questo post ho dovuto scriverlo prima in brutta copia, scarabocchiando e cancellando con le penne, e poi sullo schermo. Vantaggio? La stesura sul digitale è molto più veloce di quando cerco di scrivere direttamente con il computer.

A rileggerli sono impostati in modo diverso e la brutta copia quasi non mi è servita, ma qui voi non vedete tutte le volte che sono tornato indietro, cancellato paragrafi e spostato frasi. In fondo ha ragione Miriam Bertoli quando dice:

“Che un buon lavoro comincia con carta e penna”.

Il lavoro da portare avanti è riuscire a integrare i due metodi per ottenerne il meglio da entrambi consapevoli di limiti e ricchezze di entrambi.

Poi a ognuno il suo, che sia Bic o iPad e buon lavoro.