La venditrice donna ideale la si immagina cosi:
- tacco;
- gonna appena sopra il ginocchio;
- scollatura vedo-non vedo;
- rossetto e sorriso brillante;
- fascino e buona dialettica.
Partendo da questa immagine mi sono calata nella parte per capire se venditrice si nasce o si diventa, se è una questione di apparenza o di strategia.
Io di certo non corrispondo alla descrizione della venditrice ideale: non so camminare sui tacchi, la mia struttura fisica non corrisponde alla perfezione, le gonne non mi stanno bene e il rossetto me lo ritrovo sempre sui denti. Sono quindi partita da un’esperienza personale nel presentarmi alle aziende e ho provato a fare una metafora tra aspetto fisico della venditrice e caratteristiche dell’azienda. Questo mi è servito per concentrarmi sui miei punti di forza come venditrice. Insomma, partendo dal mio aspetto esteriore ho cercato di capire come rappresento l’azienda per cui lavoro.
Il tacco: se ci sai camminare continua a portarlo altrimenti meglio un bel paio di scarpe basse! Le scarpe sono le radici dell’ azienda che in quel momento rappresenti… se sai camminarci sopra vuol dire che la tua azienda è stabile e ciò che proporrai è serio e l’interlocutore ti dedicherà volentieri del suo tempo.
La gonna: non troppo corta o attillata. La gonna è lo spazio fisico in cui ti trovi e in cui ti muovi. Una gonna sta bene quando si riempie quindi: orecchie aperte per ascoltare l’esigenze del potenziale cliente.
La scollatura: potrebbe rappresentare tutto ciò che l’ azienda offre…attenzione! Non dev’essere un gioco di vedo non vedo: mettere a fuoco i punti di forza di un bene o servizio che si vuole offrire significa prometterlo, garantirlo e renderlo necessario. Al contrario far credere qualcosa che non si può garantire è sinonimo di ennesimo “venditore di fumo”.
Rossetto: è il colore delle conoscenze che escono dalla bocca per dar vita a progetti nuovi, collaborazioni, partnership. In certi momenti la precisione è il segreto. Poche parole, giuste e mai d’istinto…siamo li per vendere qualcosa che deve servire! La conoscenza è il frutto di un continuo dialogo e sinergia con la propria azienda.
Fascino: non è da tutti ma non necessariamente è descritto dalla bellezza. Il fascino esce dai fatti, con gli argomenti informazioni e dati che possono servire per dimostrare il motivo della nostra visita. Il fascino sono i plus della vostra proposta. Il fascino è riuscire concretamente a dimostrare che la vostra proposta servirà al cliente.
Chi di professione fa il venditore/trice può seguire delle mosse precise: stretta di mano sicura, posizione del busto in avanti, argomenti comuni per entrare in empatia con il proprio interlocutore. Condivido in parte questo metodo ma ciò che fa la differenza dopo le parole sono i fatti. Fondamentale è la consapevolezza di ciò che si vende. Purtroppo oggi giorno belle parole, presentazioni scintillanti, curriculum pesanti e ottima presenza non bastano più per creare fiducia: bisogna offrire qualcosa che possa veramente servire.
Ricordatevi di non entrare mai in azienda per vendere il vostro servizio, entrate per ascoltare, capire e comprendere, solo così potete cogliere i reali bisogni del proprio interlocutore.
Elaborate le risposte e le domande, prendetevi del tempo per fare la vostra migliore proposta e soluzione e non fatevi prendere dalle ansie di dover per forza portare a casa nuovi clienti: meglio pochi clienti fedeli e relazioni di lungo periodo che tanti clienti scontenti del vostro servizio. Il passaparola lo fate oggi e vi renderà domani, nel bene e nel male!
Non riuscite a vendere? Andate all’origine…forse non ci credete abbastanza, forse ciò che offrite non serve.
Per le venditrici: dopo tutte queste parole e consigli che vi ho scritto il ghiaccio non si è rotto? Lo romperà qualcun altro/a che passerà dopo di voi…passate all’obiettivo successivo. Buon lavoro donne!
Per le aziende: non avete bisogno di persone che parlino e vi dicano cosa fare ma di buoni ascoltatori in grado di recepire i vostri bisogni e aiutarvi a crescere assieme.
…e se per caso dovessimo vederci in azienda date un occhio alle mie scarpe: non hanno il tacco ma una suola tutt’una con il terreno 😉
E la vostra venditrice come la volete? Con il tacco o la scarpa da ginnastica?