Social Recruiting: cos'è, quanto importante è e come affrontarloState cercando un lavoro oppure state cercando un dipendente? Se la risposta è sì, non potete più ignorare i social media. Attenzione, questo non significa buttare all’aria anni di relazioni offline e dimenticarsi totalmente del l’importanza di elementi come l’intelligenza emozionale e la capacità di presentarsi e parlare in pubblico, tuttavia una presenza online è gradita e consigliata.


Secondo getyourblabon.com dal 2009 al 2012 il numero di aziende che usa i Social Media per cercare personale è passato dall’81% al 92%. La palma del Social Media più utilizzato va sicuramente a LinkedIn (93%) ma anche Facebook (66% con una crescita dell’11% rispetto l’anno precedente) e Twitter (54%) si difendono con Google+ e YouTube che si fermano al 20%. I social media vengono utilizzati per svariate  ragioni (quantità, qualità, referenze e tempo di ricerca in ordine di importanza) ma anche e soprattutto per l’affidabilità dal momento che l’89% dei selezionatori rimane soddisfatto dai profili che seleziona tramite LinkedIn. I dati saranno anche riferiti al contesto americano ma segnalano comunque un trend non ignorabile né per che i candidati né per i recruiter nostrani.

Il successo del social recruiting si deve a 4 motivi:

  1. La disponibilità di avere a costo quasi zero una grandissima quantità di dati e informazioni. La quantità non è tutto, è vero, ma di sicuro è meglio scegliere tra tanti che non tra pochi;
  2. La crescente domanda di strumenti utili alla selezione del personale poiché da un lato abbiamo un elevato tasso di disoccupazione e dall’altro abbiamo un crescente domanda di profili e competenze iper-specializzate;
  3. Il fenomeno free-lance che ha determinato l’esplosione di un mercato di professionisti sempre più grande, micro-specializzato e disposto a muoversi, lavorare a distanza e operare su progetti;
  4. Il fenomeno start-up che richiede spesso competenze legate al mondo delle ICT e utilizza i Social Media per selezionarle;
  5. La crescente disponibilità di strumenti che permettono di misurare l’attività online dei potenziali candidati (Mention ne è un esempio) e permettono al selezionatore di crearsi anche un profilo psicologico e attitudinale.

Insomma, un selezionatore può oggi giorno facilmente sapere prima di incontrare il candidato “chi è”, “che competenze ha” e Recruiter e candidati: una nuova relazione grazie a Linkedin, Twitter e Facebookpotenzialmente sapere, anche meglio del candidato stesso, “il lavoro che meglio potrebbe svolgere”. Il gioco dell’incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro sembra essersi fluidificato non poco.

Il cambiamento però non è tutto qui. L’uso dei Social Media per il recruiting ha cambiato anche l’approccio di domanda e offerta alla ricerca del lavoro. Se prima avevamo una dinamica basicamente passiva (dove al sorgere di una esigenza richiedevo dei profili oppure al ricevere un profilo lo valutavo) oggi abbiamo una situazione sostanzialmente proattiva dove domanda e offerta sono impegnati in un continuo raffinamento del proprio profilo e della propria ricerca.

Le aziende di selezione sono quindi chiamate a promuovere attraverso i Social il loro brand e ad attivare connessioni interessanti ma soprattutto ad ascoltare. Chi cerca lavoro è invece chiamato a costruirsi, oggi più che mai una reputazione online solida, costante e coerente attraverso non solo la costruzioni di profili passivi (i curriculum vitae) ma anche attraverso la costruzione di relazioni attive in forum, Social Media e/o community. Siamo passati dal ricercare al monitorare canali in cui trovare; dalla richiesta di profili al monitoraggio delle competenze e dei profili emergenti; dalla ricerca puntuale alla ricerca continua.

Come affrontare i social per trovare lavoro? E per cercare candidati?

E adesso 5 consigli per i Recruiter:

  1. Usare i Social Media è un lavoro, anzi è parte del lavoro, se volete farlo seriamente non affidatelo ad una risorsa non formata e avvicinatevi con professionalità ed evitate di prendere abbagli non conoscendo o comprendendo certe funzionalità. Il rischio di diventare spammer è altissimo;
  2. Usate i Social Recruiting non solo per le posizioni legate al digitale ma anche per le altre, avrete la possibilità di trovare e scovare tanti liberi professionisti e junior con elevate professionalità;
  3. Leggete oltre le qualifiche, il mondo del lavoro è cambiato, i Social Media offrono l’opportunità di valutare le competenze più peculiari e i soft skills dei candidati;
  4. Monitorate, monitorate e monitorate: il recruiting diventa sempre più un processo e sempre meno un’azione. In tal modo potrete raccogliere informazioni su potenziali candidati e potenziali clienti (altre aziende). Il rischio è quello di avvicinare i Social Media pensando solo ed esclusivamente a parlare;
  5. Non dimenticate la professionalità: i Social Media sono uno strumento informale ma questo non deve mai esimere da un approccio formale e preciso al potenziale candidato o, meglio ancora, alle relazioni con i potenziali candidati.

In altre parole, i Social Media, anche in questo settore, non vanno visti come un mero strumento. Essi rappresentano una opportunità per raggiungere un audience più grande, per attivare e osservare dialoghi più interessanti, per osservare un gruppo di potenziali candidati a diverse posizioni. In altre parole, i Social Media offrono l’opportunità a recruiter ed head hunter di creare un portafoglio di candidati brillanti e “conosciuti” alle aziende clienti. In cambio, a chi si appresta a selezionare è richiesta la stessa dedizione e attenzione nella gestione dei Social dei potenziali candidati. I Social Recruiting è quindi da intendersi per un uso strategico e a lungo termine più che per trovare la soluzione a necessità congiunturali.

Se, invece, cercate consigli per il vostro profilo Linkedin potete leggere qui!