ChairsareFacebook_zps903ab0beQuali sono le cose che ci mettono in relazione? E quali quelle che ci uniscono nella curiosità di sapere, condividere e conoscere?

In un momento in cui le divisioni sembrano essere insuperabili e si attendono con ansia delle soluzioni che cambieranno, speriamo, la storia (Conclave ed insediamento di un nuovo e rinnovato Parlamento italiano) mi viene in mente un video che qualche mese fa è assurto agli onori della cronaca per essere la prima pubblicità targata Facebook in occasione del raggiungimento di 1 miliardo di utenti da parte del Social Network più social di tutti .

Il video, Facebook. The Things That Connect Us, ideato dall’agenzia WIEDER+KENNEDY – la stessa di Nike Just Do It – è un esempio di come si possa creare un video virale – siamo ad oggi a più di 2 milioni di visualizzazioni su Youtube –  in cui gli elementi che ne determinano il successo in rete sono quelli che accomunano tutti noi.

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Facebook ci racconta una storia, ancora lo Storytelling come elemento principale per la viralità del contenuto, e lo fa attraverso quelli che sono i “suoi” punti di forza: le persone, le immagini, le parole e la musica. L’elemento iniziale è semplice, è un oggetto che tutti noi conosciamo ed utilizziamo, una sedia, grazie alla quale rivediamo delle immagini che ci sono familiari, piccoli momenti di relax, semplici, che ci legano a piaceri veri come condividere una tavolata tra amici, una poltrona con la propria lei/lui, un tramonto su di una panchina…l’empatia è servita!

Il video coinvolge  con un crescendo di musica e voce fuori campo, si viene quasi rapiti e, più si va avanti, più ci troviamo di fronte ad immagini ed oggetti che nella nostra quotidianità ci uniscono: ponti, aeroplani, sale da ballo. Tutti gli elementi del video sono ipnotici, sono veri, e ci accompagnano in un viaggio nei luoghi che creano socialità, che associamo al divertimento, alla spensieratezza, al condividere, perfino alla “vita” della nostra nazione (e balzano alla mente le ultime strategie politiche italiane) tutto diventa sempre più ampio in una metafora che riporta infine a Facebook.

Il video è un bell’esempio di contenuto Virale: ti prende, ti cattura e ti rapisce; ma poi nasce spontanea una domanda: Facebook non ci porta a intraprendere relazioni virtuali a discapito di quelle reali, segregandoci dietro ad uno schermo senza proiettarci, quindi, in quei luoghi ed in quelle relazioni che ci hanno emozionato durante la visione?

Forse la risposta, ironica e fortemente dissacrante, la si può trovare nella parodia che il video ha ispirato: ed ecco che la sua connotazione virale è nuovamente confermata, lo Spoof è, infatti, un tipico risultato dei video virali di successo.

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