Se di febbraio tuona, l'annata sarà buonaCioè, ma vogliamo parlare di Febbraio?

Ma chi se l’aspettava un mese così? A pensarci bene la storia avrebbe dovuto darci qualche avvisaglia: il nome Febbraio deriva dal latino februare, che significa purificare, rimediare agli errori. Sugli errori staremo a vedere, di tentativi di rimedio ne abbiamo a iosa. Iniziamo dal più eclatante e inatteso? Ma si dai, iniziamo da Benedetto XVI. La battuta è facile, il commento sarcastico pure, il giudizio lapidario è dietro la porta, ma facciamo attenzione, questo Papa non è certamente un personaggio banale, non si può liquidarlo facilmente, d’altra parte rimane pur sempre Papa emerito, lui è quello che ha cambiato il corso della storia della Chiesa, non già il suo predecessore. Può piacere o no, ma il suo gesto ci costringe a riflettere: innanzitutto sull’allarmante grado di pollution che ormai si è raggiunto in tutti gli ambienti persino all’ombra della Cappella Sistina, e al valore della parola coscienza, dinnanzi alla quale Ratzinger ha avuto la forza di mettersi. La responsabilità di governo dalla quale ha abdicato richiama le responsabilità alle quali, in generale, sono chiamati coloro che ricoprono ruoli di management e il valore della disciplina e della formazione personale che consentono di affrontare tali oneri.


Di elezione in elezione, febbraio è stato anche infestato dalla campagna elettorale, forse per la prima volta invernale e dunque “gelida”. Una brutta campagna elettorale, sulla quale non ci soffermiamo se non per registrare alcune cose. Piccolo indovinello, secondo voi dove si colloca il campo di battaglia in uno scontro politico? Nelle piazze? Nelle fabbriche? In televisione? Niente di tutto questo, i nostri fantastici rappresentanti questa campagna elettorale l’hanno fatta sul web. Degli innovatori, vero! Arrivano solo sei anni dopo le elezioni americane che hanno portato la vittoria a Obama. E in ogni caso bisogna guardare anche al come, ai contenuti che abbiamo già più volte detto essere il cuore della strategia, non avranno certo pensato che a colpi di tweet sulla situazione in Italia potessero portarsi a casa la vittoria? Non avranno certo pensato che solo con la presenza sul web venissero riconosciuti come i leader dell’era 2.0? Non avranno certo pensato che i Social fossero una sorta di  potente lifting per i loro profili consunti?  E invece si, hanno pensato proprio così a quanto pare. Tutti a parte Grillo naturalmente, che ci ha fatto scoprire che LinkedIn può avere un ruolo anche in campagna elettorale, serve per scegliere i candidati. Meglio quindi tenere sempre aggiornato il proprio profilo, non si sa mai che ci porti fino in Parlamento. Ultima nota sulle elezioni, poi giuro smetto: due birre, due campagne, le elezioni come spunto. Le avrete sicuramente visti in giro questi due annunci pubblicitari, uno privo di anima e qualunquista, e anche vagamente depressivo, l’altro con un intento sociale – la lotta all’astensione – purtroppo mortificato dal claim poco efficace e slegato dal visual. A voi riconoscerli!

Birra e Elezioni Pubblicità

Molto più riuscito mi sembra questo video.

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E visto che siamo in tema video, questo mese ha visto la nascita di una rubrica in stile Frog dedicata proprio a questo strumento di comunicazione così versatile e coinvolgente. È nato Pillole di Viral!

Un video tira l’altro, e questo mese – parlo almeno per me – il video, nel senso della televisione, mi ha risucchiato, ovviamente per i talk show politici ma anche per un Sanremo finalmente guadabile. Si, lo ammetto, l’ho guardato e quasi tutte le sere anche. La formula si conosceva, Fazio-Lettizzetto-Serra- etc, ma il Festival è risultato secondo tradizione ma non noioso, famigliare ma non melenso, leggero ma non banale, di qualità ma senza spocchia. Un Festival anche per giovani, Elio docet (Supergiovane), per una volta tenuti in considerazione.

Infine il 24 febbraio, mente noi votavamo sotto la neve, a Los Angeles si votava alla cerimonia degli Oscar. Vince Argo, un film impegnato e basato su una storia vera, tra tappeti rossi, vestiti fiabeschi, ricchi premi e cotillon, il nostro cinema non compariva eppure tutto sommato nell’ultima stagione di belle pellicole di casa nostra ne abbiamo viste, ma l’America è lontana, e alla Ferilli preferisce Angelina Jolie. E non ha tutti i torti, la Sabrina nazionale invece dell’Oscar è ritornata prepotentemente al suo posto di testimonial per Poltronesofà. Che tristezza!

Vi sembra niente in soli 28 giorni? Ah si avete ragione, il 2 febbraio è stato anche il Giorno della Marmotta.