A9CryzgCcAAK3l0“December come to me, I hope I can see, You not just in dreams”, cantava Nora Jones, e infine dicembre è arrivato, Natale ce lo siamo tolto dalle scatole e il 2012 è finito. Maledetto anno, pur di farlo finire, siamo stati disposti anche a festeggiare. Oddio proprio festeggiare non tanto, i dati del Codacons riportano un calo del 20% negli acquisti di abbigliamento, del 15% nei viaggi mentre si mantiene salda solo la tecnologia. Diciamo allora che “gli abbiamo fatto la festa” e adesso speriamo tutti nel 2013, ma per non farlo diventare un #duemilaeCredici l’impegno richiesto sarà davvero continuo. Qui e nel Mondo. Noi e tutti.

Noi Froggers in una cosa ci siamo impegnati, nel sostenere la tesi di #internethavinto, a cominciare dall’analisi del rapporto tra strategia e strumenti e dalla definizione della loro importanza relativa.


Dicembre però ci ha anche lasciato alcune cose importanti, ci ha fatto conoscere una donna che quanto all’impegno non è seconda a nessuno, e ce ne ha fatta salutare per sempre un’altra che alla scienza ha dedicato la vita. La prima si chiama Fabiola Gianotti, responsabile del progetto Atlas del Cern di Ginevra, Time l’ha scelta tre le cinque persone più influenti del 2012, un’italiana che contribuisce a migliorare l’immagine del nostro paese nel mondo; la seconda è Rita Levi Montalcini che il 30 dicembre – giusto per chiudere male l’anno – ci ha lasciato a 103 anni, quasi tutti dedicati allo studio e alla ricerca. Vedi che l’Italia alla fine non è proprio un paese per bamboccioni, anche se di scienza e di cultura in generale si parla poco. Le biblioteche chiudono per lasciare spazio alle discoteche e di musica si parla solo per la prima della Scala – da ricordare la polemica sull’apertura con un’opera non verdiana, nel 200° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi – i musei scalchignano e non accenno neanche ai siti archeologici. La cultura non interessa più a nessuno? 

Non serviva invece una ricerca scientifica per dimostrare l’inesattezza della fine del mondo prevista dal calendario Maya (forse) il 21 dicembre, infatti siamo ancora tutti qui! Non è finito il mondo, è finito un mondo. Ah no, l’Italia nel frattempo si è persa per strada il governo. Monti si è dimesso e a fine febbraio ci toccherà andare a votare ma saremo contenti di poterlo fare sulle note delle canzoni di Sanremo. Trova l’intruso nella frase precedente. Trovato? Esatto, è “contenti“. Perché contenti non siamo, abbiamo visto il trionfo di Bersani alle primarie, abbiamo sperato di poter andare a votare con una nuova legge e non con il solito Porcellum, ci saremmo aspettati una campagna elettorale corretta e invece vediamo già i sintomi del solito guazzabuglio. Unica novità: Veltroni ha lasciato volontariamente il Parlamento. Caso eccezionale, quasi incredibile. Monti si è dato al trasformismo e a twitter, lui (@SenatoreMonti)e Papa Benedetto XVI (@Pontifex)cinguettano da qualche giorno nel web. E sono già seguitissimi.

Mentre pare non sia stato molto seguito l’ultimo discorso da Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano, solo il 16% degli italiani ha ascoltato le sue parole. Peccato perché a chiusura del suo settennato, Napolitano ha confermato la fiducia nell’Italia e negli italiani e anche noi speriamo che l’Italia comune, delle piccole e medie imprese, questa Italia carsica ma reale, trovi in sé le risorse e l’energia per ripartire, contando sui tratti della personalità che dovrebbero affermarsi in ogni latitudine.

Il 2013 sarà diverso, me lo sento, se non altro per le cifre che lo compongono, tutte diverse tra loro.