Partiamo da una canzone, un po’ triste si ma adatta alla stagione. Una stagione di addii. Questo novembre è stato segnato dalla frase “non lo farò più…” ben tre volte. La prima viene dall’America e da Philip Roth, che, dopo più di trenta libri, dice basta, non scrivo più. Ora vive davvero. Ha detto: “scrivere è una frustrazione”, possiamo capirlo certo, il successo in fondo logora. Secondo addio: Francesco Guccini. Basta musica, solo libri. Quindi l’ispirazione non lo ha lasciato, però finisce un’epoca. Un’epoca che Guccini ha raccontato con forza, a tratti con disperazione ma anche con allegria. Leggeremo i suoi libri, o anche no. Terzo: Quentin Tarantino, dichiara in un’intervista, “arrivo a 10 film e poi smetto!”. Aiuto, siamo a corto di miti. E nessuno che ci venga in soccorso. Proviamo ad arrangiarci da soli, e per citare un grande caso letterario, io speriamo che me la cavo!
È stato un novembre tecnico, come suggerisce anche il nostro governo, e noi l’abbiamo preso in parola.
Parlavamo di Instagram e del potere delle immagini, di twitter e del suo rinnovato amore per le immagini, del resto la loro importanza come veicolo di conoscenza è ormai indiscutibile; raccontano, descrivono e ammaliano. Ci aiutano a raccontare e a ricordare. Già ricordare… Ricordare che uno dei problemi più gravi del nostro paese è il lavoro, ne parlavamo con il primo post del mese, e ne ha parlato Draghi recentemente, urgono le riforme! Sono stati diffusi i nuovi dati sulla disoccupazione e in particolare su quella giovanile, tutti choosy? Cosa ne dice ministro?
Mentre Obama vinceva le elezioni e pronunciava un discorso epocale – solo per citare alcune parole, “la nostra economia sta guarendo. Una decade di guerra sta finendo. Una lunga campagna si è appena conclusa. E che io abbia meritato o meno il vostro voto, vi ho ascoltato, ho imparato da voi, e mi avete reso un presidente migliore. E con le vostre storie e le vostre fatiche, torno alla Casa Bianca più determinato e ispirato che mai, con in mente il lavoro che deve essere fatto e che il futuro è di fronte a noi” – parlavamo di esportare strategie e di glocalizzazione.
Parole difficili che ci portano a vedere mondi diversi, realtà lontane. Già perché mentre leggevamo questo post, riprendevano le ostilità a Gaza, in una guerra che ha avuto un inizio ma sembra non avere mai fine, come un fuoco sotto le ceneri. Sappiamo tutto di questo conflitto, le ragioni politiche ed economiche, conosciamo palestinesi e israeliani, abbiamo letto sui libri di storia e sui giornali la posizione dell’Occidente e le idee americane, ma ancora non riusciamo a capire per quale dannato motivo debbano morire tanti bambini. Le loro ragioni nessuno le ha ancora raccolte. L’informazione c’è ma è stressante.
Abbiamo dato un addio anche su 4marketing questo mese, ai social network. No, non c’è da aver paura, si potrà continuare a cazzeggiare su Facebook, ma ciò che ci siamo ripromessi di comunicare è la necessità di affrontare professionalmente i social media, se e quando diventano strumenti aziendali. E di tornare alle persone, alle relazioni.
Il nostro addio è stato simbolico, è stata una provocazione, un modo unconventional per raccontare come la pensiamo, come agiamo e come vogliamo porci nei confronti del business. Il nostro manifesto è 7-eleven, un modo di comunicare aperto e speriamo efficace. Un modo di informare e formare. Un modo per “cercarci“.
A novembre piove, ma noi mettiamo gli occhiali. Gli occhiali da sole. When I look into your eyes…