Quando il calciatore si trova davanti alla porta avversaria ai calci di rigore ha una sola possibilità per giocarsi l’intera partita e talvolta l’intero campionato: fare goal. É solo un tiro, solo un calcio a quel pallone, ma in quel calcio é compromesso il destino di tutta la sua squadra.
Anche quando iniziamo a scrivere un testo abbiamo una sola chance per accaparrarci l’interesse di chi ci legge: l’incipit.
Nelle prime cinque parole, nella prima frase o al massimo nel primo periodo ci giochiamo l’intera partita: o facciamo goal subito catturando l’attenzione del lettore oppure possiamo star certi che nessuno proseguirà oltre.
É molto triste da constatare ma è la verità: la maggior parte dei lettori di un giornale, di un blog, di un sito, di una newsletter o anche di una mail, si limita a leggere il titolo e da quello decidono se continuare a leggere il resto. Una piccola parte, superato con successo l’ostacolo del titolo, passa all’incipit e solo pochi, se lo trovano accattivante e interessante, vanno oltre (chissà quanti sono arrivati fino a questo punto…).
Sappiamo che è molto importante chiarire nel primo paragrafo tutte le risposte alle 5W (Who? What? Where? When? Why?), ma a volte può non essere sufficiente dare tutte le informazioni, a volte quello che serve è colpire il nostro lettore ancor prima di dargli le informazioni essenziali della nostra comunicazione.
Come fare quindi per scrivere un incipit che sappia rapire il lettore e motivarlo a continuare a leggere ciò che abbiamo da dire?
Come sempre esistono dei trucchetti. Uno di questi l’ho utilizzato io stessa per cominciare questo post: la similitudine, cioè un esempio, un confronto con una situazione simile a quella che vogliamo spiegare. E’ una tecnica classica, molto usata da un certo Gesù di Nazareth, che anzi ne faceva un uso abbondante, ricorrendo a delle vere e proprie parabole, dei racconti verosimili, per farsi capire meglio. Con la similitudine bastano poche parole, un paio di righe e abbiamo offerto al nostro lettore una chiave di lettura diversa dell’argomento, sicuramente incuriosendolo a proseguire se non altro per capire dove andiamo a parare.
Altro modo per cominciare in grande stile è utilizzare una frase ad effetto. Un po’ come il celeberrimo incipit di A Christmas Carol di Charles Dickens “Marley was dead, to begin with.” (Marley era morto, tanto per cominciare). Ta dan, una frasetta secca e inconsueta, possibilmente poco formale. Tutti i grandi scrittori e giornalisti sono dei maestri in questo.
Ci si salva sempre, soprattutto negli articoli e nei comunicati stampa, anche con una carrellata di nomi, aggettivi o caratteristiche relative a ciò che dobbiamo comunicare. Come ad esempio potremmo fare se dovessimo descrivere le caratteristiche dell’Iphone 5: “Sottile, veloce, leggero, con un nuovo design e un processore più potente: ecco il nuovo Iphone 5”, o come potremmo fare per parlare di un evento: “Star del cinema e della televisione, modelle, giornalisti e vip, tutti presenti all’esclusiva festa ieri sera al locale…..”.
Anche cominciare con una bella domanda è una tecnica efficace. “Perchè le donne amano cambiare spesso il look dei propri capelli? Potrebbe scrivere chiunque volesse iniziare un testo sul tema dell’hairstyling o della psicologia femminile…
Quando nel nostro testo è citato l’intervento di qualcuno oppure anche solo vogliamo fare riferimento alle parole di un personaggio possiamo iniziare direttamente con la citazione. Aperte virgolette e via subito la frase più importante, quella in cui è racchiuso il succo del suo discorso.
“I nostri pronipoti troveranno barbara l’usanza di nutrirsi di animali” afferma Jeremy Rifkin, é ad esempio una frase che può egregiamente introdurre un discorso sul tema del vegetarianesimo….
Questi sono solo alcuni spunti. Una regola al di sopra di tutte è quella di evitare le premesse e le frasi formali. Andare subito all’obiettivo ci offre sempre più chance di lettura.
E ora mi piacerebbe proprio sapere chi ha finito di leggere questo post e non si è fermato alle prime cinque parole.