[7-eleven] Nella puntata precedente di “Se Internet ha vinto, Facebook è morto e i social media stanno male”:
Facebook e i social media devono essere riconsiderati per quello che sono sempre stati: strumenti. Bisogna andare oltre e ripensare tutto da zero, attivando nuovamente il pensiero strategico.
@02:00 p.m. #internethavinto, i Social per la PMI stanno male e bisogna ripensare tutto da zero
L’uomo con il cappotto incrocia le braccia: “Lo sapevo è finita la festa, lo dicevo io che era tutto finto …”
“Non dica così” risponde quello con la valigetta, “anch’io per un momento l’ho pensato. Ho pensato che …”
Episodio 4: ho bisogno di una pausa…
Non è certo questa la Social Media Revolution che tanti avevano immaginato. Si sperava di non dover di nuovo fare i conti con la disuguaglianza dei budget e la diversità delle opportunità. C’era il sogno di un luogo più democratico! I piccoli credevano di avere spazio per il loro merito e invece si trovano ne più e ne meno a dover affrontare le stesse difficoltà di quando dovevano comunicare con la stampa e i mass media tradizionali. È tornata ad essere dura per loro…
Dopo aver visssuto l’era del marketing operativo e delle raccolte punti degli anni 90. La nascita e la morte delle dot.com. Il marketing relazionale e le prime forme di community building (embrioni dei social network di oggi). Le trasformazioni e mutazioni del marketing relazionale e di quello esperienziale. L’esplosione del guerriglia e dell’unconventional. L’ossessivo e fondato richiamo all’ascolto, al dialogo, al prosumer,
alla co-creazione come naturali evoluzioni della customer centricity; della reputazione
Il richiamo alla transmedialità come approccio alla conversazione.
Oggi mi sento di affermare che i sintomi sono quelli di un mercato saturo e fuori strada, curvo su se stesso dal peso delle aspettative, delle scelte sbagliate e delle persone che son salite sopra al carro.
Dopo 8 anni di blogging, che sia arrivato il momento di lasciare il proprio testamento virtuale?
Non lo nego, personalmente la tentazione c’è. Ma per ora direi di no. Facebook è morto per le aziende, ma per le persone è ancora un luogo di ricreazione. Dal punto di vista dell’approccio al business (ma anche un po’ da quello personale) credo che la mia mentalità sarà destinate ad evolversi ulteriormente. Come diceva Samuel Mazzolin, abbiamo bisogno di tornare alle persone, all’offline fisico e vero fatto di relazioni umane, concrete e di condivisione di valori reali. Non basta dire sono originale, sono interessante, devo veramente ESSERLO! Torniamo al gioco e integriamo senza troppo accanimento la nostra vita con i social media. Un’estensione della nostra identità e delle nostre relazioni e non “LA nostra identità e LE nostre relazioni”. Un luogo dove continuare a parlare… una realtà aumentata e non inventata!
Torniamo a noi stessi. Alla strategia delle nostre aziende e all’innovazione dei nostri business model evitando di partire come troppo spesso accade quando si parla di start up, solo ed esclusivamente dalla tecnologia. L’incubatore che sogno è quello che ha “gli attributi” per prendere e aggiustare aziende già esistenti che hanno ancora molto da dire ma non riescono a farlo per dimensione, risorse economiche e perché non sono abbastanza tecnologiche da attirare finti Venture Capital e/o Business Angels dal capitale facile solo in cambio di visibilità e/o lobby.
[7-eleven] Nella prossima puntata di “Se Internet ha vinto, Facebook è morto e i social media stanno male”:
Le aziende devono imparare dai loro errori. Premiare l’economia della reputazione. Facebook non è obbligatorio. E quindi? Si ricomincia da capo. Con obiettivi di business concreti e le persone al centro.
@04:00 p.m. Se #internethavinto, le persone devono tornare al centro