Il mondo pulsa. È vivo, si trasforma, accellera e difficilmente rallenta. Tutto è in movimento, ma se guardate con attenzione c’è sempre qualcuno fermo: osserva e riflette. Per esempio, lì, su quella panchina. Due persone, quello con il cappotto chiede:
“Ma come le è venuta un’idea simile?”
L’altro comincia a parlare …
L’idea di questo articolo nasce più di un mese fa. Da allora ho scambiato idee e pensieri con molti amici e colleghi che hanno contribuito a migliorarlo e a darmi nuove e interessanti visioni. Prima di iniziare voglio ringraziarli tutti! Quest’area ha dimostrato, ancor prima di pubblicare, di essere molto più di un blog.
Questo articolo sarà a puntate e strizzerà l’occhio alle diverse angolazioni emerse con la nuova formula del 7-eleven. Sarà volutamente provocatorio, in tutto, dalle immagini usate anche come test empirico, ai contenuti. Lo richiede il cambiamento in atto. A cambiare sono i consumatori, il mercato, le aziende, lo scenario, la comunicazione ecc.. Quattro o cinque anni fa le soluzioni di cui parliamo avrebbero rappresentato il futuro; oggi servono nuovi approcci, nuove idee, per identificare nuove soluzioni. È tempo di cambiare anche il nostro punto di vista, facendo evolvere quello che già conosciamo.
A voi la scelta: pillola rossa o pillola blu?
E da questo blog voglio partire, da un luogo, un’area che in fondo ha sì delle affinità con l’oggetto di questo post, ma anche una profonde differenze. 4Marketing ha un target è mirato, non generalista, e un contenuto di interesse professionale, un comune obiettivo di approfondimento di tematiche utili alla propria attività. I social sono la torre di Babele
Facebook è ormai il nostro alter ego, il nostro braccio destro, l’ologramma di noi stessi o della nostra azienda.
Facebook è Belfagor, attira le anime degli uomini e li seduce promettendo invenzioni che li renderanno ricchi, è allettante, facile, è lì a disposizione. Riempie i vuoti diurni e notturni della nostra esistenza. Procura inattese amicizie e idilli sentimentali. Racconta tutto di noi perché sa di noi, ma siamo proprio noi?
Facebook è Gulliver, pensare a quando non c’era crea quel senso di vertigine, di lontananza, di incredulità; il ponte è lanciato, non si spezza più, il viaggio ha avuto inizio, e i popoli che si incontrano sono strani, ma parecchio strani. Facebook è Gulliver, perché sa essere ironico, sa informare e capire.
Facebook è James Bond, con quello sguardo un po’ così, ti spia, e ti fa spiare, ad ogni nuovo capitolo si dota delle più moderne tecnologie, stupisce con effetti speciali, è imprevedibile e ti tiene sulla corda. Si perché, ammettiamolo, ogni volta che pubblichiamo uno status, una news, una foto, siamo lì con gli occhi puntati sullo schermo ad aspettare il primo like. È James Bond, che puoi tradire, ma non puoi dimenticare. E come James Bond, ha avuto un inizio travolgente, scaturito non dalle pagine di Ian Flaming, ma dalla mente di un ragazzo americano di belle speranze che voleva facilitare i contatti fra studenti ed ex studenti di Harvard.
Come James Bond, anche Facebook ha lasciato ben presto i confini patrii per lanciarsi in tutto il mondo. Come James Bond, Facebook ha un nemico potente, diabolico, difficile da individuare. Purtroppo Facebook, al contrario di Bond, non sempre vince. Il suo nemico è il suo portato generalista. Niente smoking, né Vesper Martini, solo un diluvio di notizie che nemmeno un agente segreto saprebbe decodificare.
Facebook era il nostro giardino d’infanzia, era l’isola che non c’è, ma poi un giorno è diventato anche uno strumento di comunicazione d’impresa. Cosa è successo? Dopotutto, mio caro Facebook, come dice la Duchessa ad Alice, in Alice nel paese delle meraviglie:
non credere mai di essere altro che ciò che potrebbe sembrare ad altri che ciò che eri o avresti potuto essere non fosse altro che ciò che sei stato che sarebbe sembrato loro essere altro.
[7-eleven] Nella prossima puntata di “Se Internet ha vinto, Facebook è morto e i social media stanno male”:
Ogni prodotto, servizio o brand ha il suo ciclo di vita. Anche i social media sembrano non essere immuni dal ticchettio del tempo e si iniziano a vedere i primi sintomi della fase di maturità. ma come? …
@11:00 a.m. Da #internethavinto al declino di Facebook