Quando
si
viaggia,
la
distanza
culturale
tra
il
punto
di
partenza
e
quello
di
arrivo
spesso
è
direttamente
proporzionale
ai
chilometri
percorsi.
Torno
a
scrivere
qui,
dopo
un
periodo
sabbatico,
di
ritorno
da
un
viaggio
in
terra
africana
che
mi
ha
permesso
di
conoscere
una
cultura,
o
meglio
alcune
sue
sfumature,
alla
base
dei ragionamenti
di
questo
pezzo.
Ero partito dall’Italia con negli occhi e nelle orecchie numerosi politicanti, opinionisti e consulenti che riempivano le mie seconde serate con frasi del tipo “per uscire dalla crisi bisogna esportare il modello Veneto” oppure ancora “il modello economico Tedesco è la strada maestra per risolvere le questioni economiche mondiali” e altre frasi fatte del genere.
Ma cos’è il famigerato “modello Veneto” (o Tedesco fa uguale)? È difficile dare una definizione precisa ma, in linea generale, si può definire come una strategia economica di business che prende forza e crea ricchezza partendo da l le caratteristiche basilari della comunità di riferimento.
Questa è una descrizione piuttosto grossolana ma che fa comprendere il campo d’azione di quella che vuole essere una polemica da avanspettacolo, sterile e senza pretese per definizione, ma che voglio usare come provocazione . L’obiettivo non è quello di mettere in discussione i diversi modelli locali di successo ma cercare di porre la questione sulla possibilità, secondo me non di successo, di esportare un particolare sistema al di fuori della comunità di appartenenza.
La glocalizzazione, perché a pensarci bene questa è la base di molti di questi modelli economici, e la sua definizione accademica risultano piuttosto esaustivi da questo punto di vista. In sintesi, il glocalismo non è altro che l’adeguamento della teoria sulla globalizzazione rispetto alla particolare realtà locale di applicazione. Esso, comprende l’ambito materiale del prodotto, pensato per un mercato globale ma studiato in base alle specifiche leggi e culture locali, l’ambito di comunicazione, che consente con l’utilizzo di tecnologie innovative la conoscenza e l’espansione di beni locali su scala internazionale, e l’ambito organizzativo con l’implementazione di strutture che si realizzano su culture e bisogni locali con l’intento di diventare globali.
Partire da ipotesi esatte nella loro forma non è sinonimo di applicazione corretta e quindi di un risultato sostanziale esatto. A mio personale avviso non è sbagliato il modello Glocal nei suoi principi ma è errato voler e esportare un modello di successo in culture e comunità diverse da quelle in cui il modello è nato.
Il modello Veneto, o Tedesco o Anglosassone e via dicendo, sono di successo in Veneto, in Germania e nei Paesi Anglosassoni perché studiati e implementati secondo caratteristiche territoriali, culturali e delle comunità presenti sul territorio.
Esportare
un
modello
specifico
in
un
territorio
diverso,
che
sia
questo
adiacente
a
quello
di
origine
o
in
un
emisfero
diverso,
porta
risultati
insoddisfacenti
da
un
punto
di
vista
economico
e,
cosa
ancora
peggiore,
spesso
devastanti
da
un
punto
di
vista
sociale
e
culturale.
Storicamente l’imposizione di modelli economici considerati di successo in comunità non pronte ad accoglierli ha portato a problematiche ben superiori ai vantaggi fino a quando i territori di destinazione non li hanno modificati adattandoli alle specificità socio-culturali.
Esemplificando, il tentativo di esportazione di un fantomatico modello economico occidentale (anche se questa definizione risulta effimera visto i molteplici modelli di successo locali presenti in quello che definiamo l’occidente del Mondo) in aree del globo considerate a basso sviluppo economico e con una organizzazione sociale spesso agli antipodi rispetto la nostro ha introdotto, in maniera forzata, modelli culturali estranei alla storia del Paese ed ha incrementato gli squilibri interni, per esempio, tra popolazione ricca e povera con disagi sociali difficilmente calcolabili e gestibili o reso consuetudini comportamenti che non rispettano l’ambiente e il territorio di destinazione alimentando poi problematiche e discussioni a livello globale.
Con un esempio piuttosto rozzo ma d’impatto, l’introduzione di modelli economici occidentali in Paesi in via di sviluppo ha portato ad un’accelerazione insostenibile per quel che riguarda lo sfruttamento delle risorse ambientali portando ad un’esponenziale innalzamento del livello di inquinamento , non solo locale , ma anche mondiale.
Non è quindi il modello in sé ad essere sbagliato ma piuttosto la ricerca continua di esportare queste strategie in luoghi geografici che non possono sostenerli da un punto di vista delle consuetudini, della cultura o delle pratiche economiche generali.