Tra di noi c’è uno laureato in filosofia.
Filosofo? Cioè? Ufficialmente una persona che ha seguito corsi di: Filosofia Teoretica, Logica e Filosofia della Storia per esempio. La domanda che, prima o poi, amici e parenti gli hanno posto è stata: ma cosa farai dopo?
E lui, mentre studiava che l’Essere è e il Non Essere non è,non sapeva mai cosa rispondere, ma si sentiva tanto “figo”.
I suoi genitori, invece, hanno sempre risposto, agli zii, con sicurezza: “…l’importante è la cultura, … l’importante è la sua felicità (del laureando)”, sognando però ogni notte un figlio che filosofeggiava (cioè straparlava) sotto un ponte. Barbone si, ma tanto felice.
Con il tempo abbiamo scoperto che non si tratta di laureato in filosofia bensì davvero di un filosofo.
Abbiate pazienza e seguitemi.
La filosofia è una questione pratica, si fa; si tratta di acquisire un atteggiamento.
Allora essere filosofo significa leggere, studiare, appassionarsi per chi ha iniziato a meravigliarsi del mondo e a riflettere su di esso. Leggere, continuare a meravigliarsi e sentirsi infinatamente piccoli, ma con il tempo acquisire una propria capacità di analisi grazie anche a chi è venuto prima di te, che sia Socrate o Wittgenstein.
Significa acquisire una semplice piccola consapevolezza: di non sapere nulla. Di non avere nessuna verità, ma solo opinioni. È una sana e umile visione del mondo (relazioni interpersonali comprese).
Sapere di non sapere costringe inevitabilmente a continuare a cercare, ascoltare e studiare ancora con una grande curiosità per chi incontri, chiunque esso sia.
Oltre alla grande voglia di conoscere, essere filosofo, significa dubitare sempre; soprattutto di chi cerca di venderti delle Verità con V maiuscola. Dubitare e cercare un altro punto di vista per capire di più e meglio.
Ma nonostante tutto i filosofi non sono disfattisti, tranne qualcuno che vede tutto nero e si veste con lupetto scuro e giacca di velluto. Quanti ne ho visti all’Università … ma non erano nichilisti davvero, volevano solo fare colpo.
Ma cosa ci fa un filosofo dentro un blog che parla di marketing, strategia e innovazione?
Lui dice di essere qui per acquisire un nuovo punto di vista, ma i filosofi hanno un’ossessione: mettersi d’accordo sul significato delle parole altrimenti nessun ragionamento può essere nemmeno iniziato. Se su strategia e innovazione possiamo essere abbastanza d’accordo senza perderci in fiumi di parole, sulla parola marketing, lui, il filosofo, ha qualche serio dubbio. Non perché le definizioni non ci siano, certo, ma quando alla parola vengono accostati infiniti aggettivi il significato, nocciolo duro delle parole, sembra sciogliersi, diluirsi. Vagamente sappiamo cosa significhi, ma poi a voler iniziare la discussione tutto si ingarbuglia.
Vi faccio un esempio.
La parola politica. Che cos’è la politica? Rubare, inganno, truffa, potere? E se io vi dico: politica estera, politica economica, politica familiare, politica dell’informazione? Percepite il filo rosso che accomuna tutte queste definizioni? C’è in questa parola un senso grande, un orizzonte ampio che poi viene declinato sulle piccole questioni del quotidiano e se ne perde un po’ il significato originario. Politica è scegliere secondo un ragionamento, una storia perseguendo obbiettivo (magari il bene comune, ma questa è un’altro post).
Il filosofo, che non ha studiato Collesei, entrato in questo mondo ha subito alzato la mano e chiesto una definizione per poterne parlare perché tutto questo marketing strategico, relazionale, esperenziale, diretto; sapete anche voi che potrei continuare quasi all’infinito, crea un po’ di confusione. Qual è il filo rosso che lega assieme questi “tipi” di marketing. Sono declinazioni pratiche. Io, che cerco di capire, mi permetto di dire che il marketing è il punto d’incontro. Incontro tra azienda e consumatori, tra bisogno e offerta, tra due mondi; fate voi. L’aggettivo che ci metterete accanto è molto spesso la via concreta per arrivare a quell’incontro. E su questo siamo bravissimi, ma trasmettere valori, emozioni e ricchezza (in termini di conoscenza) in quell’incontro è possibile solo se prima di incontrare hai letto, studiato e ti sei appassionato; se prima hai scelto chi sei, come azienda o come persona, solo così all’incontro arriverete in forma smagliante. Il marketing allora non è inganno, manipolazione, truffa. No! Marketing è il capire chi si è per presentarsi all’incontro; è un percorso filosofico di conoscenza. La scelta degli strumenti è la strategia, mischiarli per inventarne di nuovi è innovazione.
Allora il filosofo ha fatto bene a scegliere di essere qui; è una scelta politicamente corretta.