E’ triste ammetterlo, ma le statistiche mettono nero su bianco, ironica espressione in questo caso, una condanna al mondo letterario italiano.
Prendendo come anno di riferimento il 2010-2011, il 45,6% non ha letto più di 3 libri in un anno, mentre i c.d. “lettori forti”, ossia coloro i quali hanno superato ampiamente i 12 libri annui, rappresentano solo il 13,8%.
Queste percentuali parlano comunque chiaro e dicono senza mezzi termini che siamo il fanalino di coda d’Europa per quanto concerne la lettura. Se però ci spostiamo su un’altra “modalità di lettura”, le statistiche tornano clementi e ci mettono in buona compagnia, con la maggior parte dei Paesi stranieri, soprattutto di quelli che fanno uso su larga scala di Internet.
Oltre un milione e 900mila persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni, ha comprato libri, giornali, riviste o e-book tramite Internet e tra questi, la quota più alta di lettori, si riscontra tra i ragazzi e le ragazze. A questi dati però bisognerebbe accompagnare la lettura sullo studio di Jakob Nielsen How Little Do Users Read? dove si evidenzia la scarsità di parole lette dall’utente in un sito (al massimo il 28%). Chiamando in causa Baricco, e il suo saggio sulle “Ultime indiscrezioni sui barbari”, diventa evidente anche da questi dati lo spostamento dalla profondità alla superficialità, ma una superficialità diversa, intesa come spazialità, fatta di nozioni e collegamenti sparse per la rete, che hanno spinto l’utente a costruire “il significato” in modo differente.
Credo che sia il libro che la carta stampata siano una di quelle cose di cui non potremo mai fare a meno; come si può quindi riportare l’utente web a indossare i panni, per molti cenciosi, del lettore tradizionale, ormai esemplare in via di estinzione? La soluzione è proprio nel web!
Ebbene sì, se siete alla ricerca di un libro che catturi la vostra attenzione, ecco a voi il trailer del libro.
Considerate ormai obsolete recensioni, promozioni tv e inserzioni nelle rubriche, il mondo dell’editoria fa il suo esordio come una star del cinema sfruttando il trailer.
Il libro sfrutta il video come supporto pubblicitario, perché i cacciatori di quarta di copertina, che passano le ore in libreria in cerca di brevi riassunti capaci di rapirli in poche parole e portarli nel mondo dell’autore, sono sempre meno.
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Una soluzione rapida, contemporanea e innovativa per indurre il navigante ad abbandonare quell’oceano di finestre, link o info accattivanti che sempre lo distolgono dal testo che sta leggendo , affinché si immerga integralmente nella storia propostagli dallo scrittore.
Non più critica tradizionale, recensione, hit parade dei libri più venduti, bensì un trailer che lo riassuma e convinca il lettore a leggerlo, proprio come si induce quella medesima persona a recarsi al cinema per vedere un film .
A mio parere l’utilizzo di questo strumento non è da sottovalutare, anzi, potrebbe rivelarsi vincente in quanto sfrutta lo stesso meccanismo pubblicitario adottato sul versante cinematografico.
Teoricamente, quindi, idea vincente e geniale porre in essere il trailer di un libro, con la certezza assoluta che saranno in molti a vederlo.
Tuttavia, nella pratica, quanti di coloro che hanno visto, e magari anche apprezzato, un determinato trailer, si recheranno a comprare quel libro? Quanti lo ordineranno on line?
E’ qui che dovrebbe sorgere spontanea una considerazione. L’Italia è un Paese che non legge, i giovani non sono, mediamente, lettori appassionati. Leggere è impegnativo, sicuramente richiede un impegno maggiore rispetto a guardare un film.
Leggere comporta uno sforzo e una dedizione che nemmeno un trailer può suscitare se il soggetto non è intrinsecamente ben disposto nei confronti dei libri.
Tornare dall’ufficio e accendere la tv o inserisce un dvd, non è la medesima cosa di prendere un libro e, nel silenzio, immergersi nella lettura.
Quindi, in coloro che già amano i libri, il trailer sarà senza ombra di dubbio un incentivo all’acquisto, ma su tutti gli altri potrebbe non fare breccia e non incidere sulle vendite in modo rilevante?
La ratio è questa: chi ama la lettura, ama poter gustare un racconto dall’inizio alla fine seguendo lo scrittore, ma usando la propria testa, le proprie inclinazioni, fantasia, immaginazione, cosa che un film e il trailer non permettono di fare.
Nella lettura di un romanzo, il lettore s’immedesima in un personaggio piuttosto che in un altro, ne immagina le espressioni, le sue fattezze, immagina il tono di voce, insomma, partecipa al libro stesso attraverso una propria personale interpretazione.
Ecco perché seppur intrigante il book trailer potrebbe fallire nell’attirare la persona poco incline a leggere.
Potrebbe esistere allora un altro modo per educare una popolazione non incline alla lettura, alla fatica e all’impegno dell’immaginazione?
Forse ciò avverà grazie al formato digitale dei libri ma qui si potrebbe aprire un’altra questione: come la copertina per la sua stessa presenza possa essere un asso nella manica del libro tradizionale, così per la sua stessa assenza possa fare la fortuna del libro digitale! Essa è già stata, ironicamente, affrontata dal direttore di Mills & Boon “ebooks are an especially good fit for erotic romance because women (and men) can buy them in the privacy of their own homes. Now, with ebook readers, our readers also can read their books in public without anyone knowing what they are reading”
I mezzi ci vengono forniti con una moltitudine di “supporti” perciò resta a noi “l’onere” di dedicare il nostro tempo alla lettura.