Questo post non vuole essere un vademecum per gli imprenditori, piuttosto uno scambio di opinioni: mi piacerebbe sapere se qualche imprenditore vi si riconosce, nel bene e nel male, e qual è stato il suo approccio agli albori del Social Media Marketing.
Prima di addentrarci nello specifico dei miti del Social Media Marketing vorrei che tornassimo tutti indietro con la memoria e ci sforzassimo di ricordare quando ha iniziato a prendere forma questo mondo social. In pochi, dobbiamo ammettere, hanno saputo coglierne subito le vere potenzialità. È stato più che altro un nuovissimo e divertente giocattolo tecnologico: consentiva di condividere molto facilmente con famigliari, amici, colleghi, compagni di scuola, diversi contenuti, pensieri, immagini, video. Era divertente e coinvolgente e probabilmente ha cambiato radicalmente il modo di relazionarsi di molte persone; se in meglio o in peggio non sono io a doverlo dire.


La semplicità dello strumento, che non richiedeva grandi competenze tecniche, insieme alla contemporanea diffusione della connessione a banda larga, quasi per tutti a un prezzo contenuto, ha permesso la rapidissima crescita dei Social Network. Ma inizialmente CEO, imprenditori e manager hanno visto il social come una distrazione dal vero business e dal marketing tradizionale. Del resto, come prendere seriamente Facebook se Facebook è il social network che usano i figli per condividere le foto della festa del fine settimana? E cosa dire poi dei 140 caratteri di Twitter? Possibile dare un messaggio interessante?
E poi succede qualcosa. Cambia la rotta. Cambia la visione.
Alcuni grandi marchi si rendono conto che il Social Media Marketing può diventare una leva di marketing considerevole e significativa, grazie alla grande amplificazione e alle preziosissime conversazioni degli utenti.
Coca Cola per esempio ha cambiato la sua strategia di marketing, già di eccellenza creativa, premiando l’eccellenza dei contenuti. Hanno capito infatti, prima di altri, che i social media sono in grado di diffondere i loro contenuti e idee rapidamente e che le persone potevano creare e condividere storie sul brand più di quanto si potesse sperare con un qualsiasi altro strumento di comunicazione.
Piccole e medie imprese quindi hanno avuto a disposizione degli strumenti di marketing gratuiti da utilizzare per promuovere la propria attività. L’era della democratizzazione del marketing era iniziata! Con rischi e pericoli annessi: si sono diffusi infatti dei miti sul social media marketing che hanno causato confusione o disillusione, soprattutto quando i ritorni sugli investimenti non si sono concretizzati o non sono risultati incisivi.

Mito #1: E’ semplice
Il primo, il più dannoso forse, è che il SMM sia semplice e possa essere fatto da uno stagista nell’ora di pranzo.
Per le piccole, medie e grandi imprese è tutt’altro che semplice perché richiede molte risorse, capacità e processi che fino a poco tempo fa erano in una fase ancora adolescente di sviluppo.
Alcune delle operazioni necessarie per un social media marketing efficace:
– definire gli obiettivi, in linea con la strategia e i valori aziendali;
– creare e condividere contenuti in un formato creativo, che intrattiene, informa, ispira;
– creare contenuti diversi per i vari tipi di media come video per Youtubee, testo per il blog, tweets di Twitter, aggiornamenti di Facebook, immagini di Pinterest…;
– fissare una policy relativamente al linguaggio di comunicazione, la forma delle risposte, il crisis management (come gestire le eventuali crisi?);
– ottimizzare i contenuti per le diverse piattaforme e i motori di ricerca;
– monitorare e misurare i dati per verificare cosa funziona e cosa invece va modificato.

Mito #2: E’ gratis
La pianificazione, la creazione di contenuti, l’ottimizzazione per la ricerca, la pubblicazioni su più piattaforme richiedono tempo. E il tempo è denaro!
I professionisti con le competenze e l’esperienza per fare social media marketing di successo sono sempre più richiesti e devono essere adeguatamente pagati. Inoltre, in molti casi, gli strumenti gratuiti per gestire e monitorare l’esplosione dei dati non sono sufficienti per fornire le conoscenze necessarie per gestire, analizzare e ordinare i dati. Strumenti più complessi e completi non sono ovviamente gratuiti. Partecipare alle conversazioni su Facebook può non costare nulla e tweettare è gratis ma perché queste azioni siano davvero performanti sono richiesti impegno e budget. I video professionali, ad esempio, costano ancora molto. Anche se alcuni strumenti sono gratutiti (le piattaforme social per esempio) non vuol dire che il SMM lo sia altrettanto.

Mito #3: Facebook è la panacea di tutti i mali
Molte aziende pensano che, poiché Facebook domina il gioco dei numeri nei social media con quasi un miliardo di utenti, sia l’unica rete dei social media da prendere in considerazione in un contesto di strategia di social media marketing. In pochi sanno però che Facebook permette solo a meno del 16% degli aggiornamenti di apparire nelle home degli utenti, non raggiunge perciò un bacino così esteso come potrebbe sembrare dai numeri elevati di iscritti.
Per esempio, per un’azienda B2B, Linkedin può essere uno strumento interessante che, tra l’altro, è una delle reti sociali che sta affrontando una crescita molto rapida. Twitter può essere utilizzato per creare un gruppo mirato di follower che sarebbe costoso e lento da costruire su Facebook. L’ascesa di una rete sempre più visual ha come protagonisti Instagram e Pinterest. Alcuni casi di studio stanno rivelando che Pinterest è più efficace di Facebook in ambito di Social E-commerce.
E in tutta questa frenesia del social media caos? Non possono essere dimenticati, ci tengo a sottolinearlo, i fondamentali del marketing, che spesso si perdono nelle azioni social senza strategia e obiettivi.

Mito #4: I Social Media sono il Silver Bullet
Il Social media Marketing non è il salvatore. I contenuti del sito web aziendale piuttosto che del blog devono essere interessanti, accattivanti, curiosi; le persone così saranno stimolate a condividerli nei loro social network spontaneamente. C’è bisogno di costruire senza sosta seguaci, tribù e community e questo richiede impegno e tenacia. Senza dimenticare il ruolo dei media tradizionali, primo tra tutti l’e-mail marketing, ottimo strumento di comunicazione da integrare con la strategia social. È essenziale ricordarsi di ottimizzare continuamente i contenuti per i motori di ricerca, essere trovati su Google è una sfida che non ha mai termine. Se non si sta operando in questa direzione c’è bisogno di riconsiderare alcune priorità nel budget destinato al marketing. Il mercato della pubblicità sui Social Media ancora “solo” di 5 miliardi di dollari, mentre la spesa per il Search Engine Marketing è dieci volte superiore e si aggira ai 50 bilioni di dollari. Perché? Perché funziona! Facebook è sexy e funky ma Google resta ancora il Re della Rete, non dimentichiamolo.

Questi gli spunti di riflessione, ora la parola agli imprenditori:
Come avete affrontato il SMM?
Qual è stata la vostra esperienza con i social media? È stata efficace?
Qual è il vostro ROI? Siete in grado di misurarlo sulle azioni social?
Utilizzate altre forma di comunicazione che raccomandereste? L’e-mail marketing è importante per la vostra strategia?
State prestando attenzione alle SEO (Search Engine Optimizazion)?

Non vedo l’ora di sentire le vostre storie e i vostri successi!