In questi giorni di mare, ho fatto un gioco e ho pensato alla spiaggia come ad un grande mercato. Le tipologie di persone sono varie, l’acquisto è facilitato dalla mente in vacanza e dai desideri di grandi e piccini.
Eppure nonostante questo ridente mercato fatto di persone disposte a spendere – magari non molto – c’è chi prospera e chi no…ho cercato allora di trarne alcuni consigli, magari semplici e scontati ma adatti per ripensare il proprio business in vista del settembre che sta arrivando!
Cosa ho imparato?
- Per farsi ascoltare bisogna essere originali e senza paura. Tra i vari venditori di cocco della spiaggia ce ne è uno che ogni giorno si inventa una frase differente in rima con “cocco bello”. Le rime spaziano dal volgare, al romantico fino al poetico. Quel che è certo è che aspetto di ascoltarlo tutti i giorni e che se mai prenderò cocco lo comprerò da lui.
- Il problema non è il quando ma l’assenza di comunicazione. La pizza era buonissima e anche il pollo ma se lo aspetto per un’ora – magari in piedi – quando lo avevo prenotato ho talmente tanta fame che non solo sono scocciato dall’attesa ma non mi ricorderò nemmeno il gusto. Ho, invece, apprezzato la comunicazione del ritardo sugli spaghetti allo scoglio.
- Tripadvisor, Foursquare & co valgono come un amico. E’ bello visitare posti dove vi è un amico che ti consiglia il locale giusto e dove spendere meno ma in mancanza di questo lo smartphone e alcune App sono indispensabili. Penso che anche le piccole aziende potrebbero beneficiarne molto da una presenza sui social media tipo Tripadvisor e Forusquare. Fino a questo punto delle mie vacanze non mi hanno mai tradito!
- Inventati una storia, meglio se magica. Mi è molto piaciuto un banchetto che vendeva una miriade di pietre di differenti dimensioni. Fino a qui nulla di originale. La scelta della pietra quello era il pezzo forte. Il venditore chiedeva, infatti, di prendere in mano le pietre che bagnava con acqua e sapone e se queste cambiavano colore allora erano la Tua pietra! La magia pare vincente, bancarella piena e pietre a ruba.
- Ad ogni oggetto il suo luogo: l’esperienza di acquisto. I venditori abusivi di falsi con i loro temporary store sono sempre stati molto vuoti e tristi. Belle copie di marchi famosi, in contesti poveri e con venditori silenti. L’oggetto di per sé vende sempre di meno anche se è una copia ben fatta di un oggetto di lusso. Questo dimostra ancora una volta che nell’acquisto vale anche l’esperienza. Meglio una borsa in meno ma di marca e comprata o regalata con una atmosfera unica.
- Coccola il tuo cliente, fallo sentire unico. Tra mille bagni e mille chalet, quale scegliere? Oppure perché scegliere proprio quello e magari ritornarci? La spiaggia è quella, il sole anche, il mare pure, scatta il rischio guerra di prezzo. Personalmente, ho scelto un bagno senza particolari optional (bar, noleggi, …) ma con un elemento chiave: il servizio. Il proprietario ci coccola. Saluta i suoi clienti uno a uno, funge da ufficio turismo, tutto è sempre pulito e in ordine e il bagnasciuga è in ordine. Ecco che quel bagno che a vederlo sembra un po’ retrò e semplice diventa ricco e unico.
- Sii coerente con il messaggio che lanci. Due cose mi hanno colpito: al mercato della frutta locale i banchi che vendono ananas e i negozi con scritto “qui prodotti locali” che vendono vini di altre regioni. Mi hanno fatto sentire preso in giro. Ho quindi privilegiato il negozio che mi dice “qui da noi capre non ce ne sono e dove vuoi trovare il formaggio di capra?” e il banco della frutta che mi dice: “Albicocche? E’ finita la stagione!”.
In conclusione, direi che per vendere non basta – o meglio non basta più e basterà sempre di meno – essere in un luogo affollato, con un buon prodotto e ad un buon prezzo.