La recente quotazione del piu’ grande social network mondiale è stata analizzata in maniera molto dettagliata da un punto di vista finanziario, ma poco si è detto fin’ora dello sviluppo strategico che Facebook puo’ avere grazie all’IPO. La quotazione in borsa è una forma di finanziamento, in questo caso sembra legittimo rastrellare capitali nel modo piu’ economico possibile, e il momento storico sembra ottimale proprio perchè Facebook da qualche mese ha raggiunto ormai uno stadio di maturità della propria espansione e diffusione (900 mil. di utenti circa), ma contemporaneamente anche una frenata nei ricavi pubblicitari (3,7 miliardi di dollari nel 2011).
Ma cosa cambierà per gli utenti e nello sviluppo futuro del piu’ grande social network ?
Adam Ostrow in Mashable ha individuato 13 punti per cui la quotazione di Facebook dovrebbe interessare a tutti gli utenti iscritti. Questi punti si possono riassumere in 5 fonti di riflessione:
1) Mobile è la modalità di accesso a Facebook per il 50% circa degli utenti. Da questo punto di vista il costante sviluppo di applicazioni , spesso frutto di start up di modeste dimensioni, sono un punto cruciale per rimanere attivi nel mercato e dare modo agli utenti di sfruttarne la leva di condivisione sui social network. Facebook quindi dopo l’acquisizione di Instagram, potrebbe puntare ad altre realtà presenti sul mercato (Viddy ?) o a svilluparne di proprie (Facebook App center) per rinforzare la sua posizione nel lungo periodo in questo mercato. Facebook potenzierà e, a tendere, migliorerà l’accesso via mobile rendendo la fruibilità del mezzo migliore, oltre che ottimizzandolo per le inserzioni pubblicitarie.
2) Diversificazione è la strada per incrementare i ricavi. La maturità raggiunta dal social network nella sua espansione ha portato come conseguenza ad un rallentamento nei profitti. Se si considera che il numero di utenti piu’ « pregiati », esclusivamente da un punto di vista del rendimento pubblicitario, come gli statunitensi ed europei, sono ormai stabili mentre le nuove iscrizioni vengono principalmente da utenti di provenienza non cosi’ rilevante per il mercato degli inserzionisti è chiaro che la leva economica sta riducendo la propria forza. E’ tempo quindi di sperimentare nuove forme di inserzione, ovviamente accompagnato da casi al limite della credibilità (highlight di post a pagamento) o soluzioni radicalmente diverse che vadano ad aprire nuovi mercati ancora inesplorati. In una parola: innovazione.
3) Mantenere il livello del servizio. Man mano che il social network si è sviluppato mantenere il servizio ad un certo livello per gli utenti è diventato sempre piu’ difficile, sia da un punto di vista delle risorse economiche che infrastrutturali. Con la quotazione in borsa si risolvono in parte queste incombenze, ma è chiaro che la prossima grande sfida sarà ancor piu’ complessa: le risorse umane. Per garantire un livello di sviluppo e di innovazione all’avanguardia, per esplorare nuove strade di diversificazione del business, servirà attrarre i migliori talenti e costruire un team affiatato che sia coeso e che mantenga motivati e legati all’azienda i migliori professionisti.
4) La quotazione in borsa significa dover rendere conto della profittabilità del business ai propri azionisti. Fino ad oggi Zuckerberg ha potuto limitare la presenza di inserzioni pubblicitarie, ha potuto sperimentare e fare anche qualche marcia indietro se la strada intrapresa si dimostrava poco percorribile, ha avuto una visione di medio-lungo termine per molte scelte di investimento, ma da oggi in poi avrà questa libertà d’azione? La pressione per aumentare i ricavi potrebbe portare ad un’aumento della spinta pubblicitaria. Potrebbe essere necessario rendere gli annunci piu’ invasivi dato che Facebook raccoglie tutte le nostre informazioni personali, non sarebbe difficile realizzare offerte push molto targetizzate. Ma anche una pubblicità piu’ pervasiva dato che il social network vuole estendere i propri rami e diversificare le fonti di business (apps, motori di ricerca, intrattenimento, ecc.) tanto da farci restare nel social network per tutto il tempo della nostra navigazione in rete. Lungi dal paventare scenari apocalittici, Ostrow a mio giudizio vuole solo far percepire che il mondo chiuso di Facebook puo’ dover dare piu’ spazio alla presenza pubblicitaria. Questo è tutto da valutare e dimostrare:non sempre piu’ annunci pubblicitari portano a piu’ ricavi, usualmente se l’utente è bombardato di annunci sarà anche meno propenso a cliccare (l’annuncio deve superare la soglia del rumore), pertanto si possono ridurre le profittabilità per clic. Probabilmente la strada quindi è diversa e sarà tutta da scoprire ed inventare.
5) La natura del social network puo’ coesistere con le logiche economiche della finanza e con la struttura societaria della proprietà ? Zuckerberg possiede il 28% delle azioni, ma detiene il 57% del diritto di voto a fronte di un asset aziendale che sono i 900 milioni di utenti. In questo sistema si intravede chiaramente una commistione di spinte centrifughe e centripete che raramente si sono verificate nella storia. La quotazione in borsa di Facebook da questo punto di vista potrebbe facilmente portare ad avere una parte degli utenti stessi che detengono la proprietà delle azioni del social network. Una situazione davvero unica.