Riporto qui un po’ di recenti evidenze che credo abbiano un tratto comune:
- A maggio dello scorso anno nasce Pinterest, una bacheca su cui collezionare e condividere immagini. Mi chiesi, ai tempi, se fosse così necessario. Non ci avrei scommesso.
- A marzo Facebook lancia la Timeline. Mi dissi: normale, è nello stile del web e del social essere dinamici e lanciare novità.
- Poche settimane fa Facebook annuncia l’acquisto di Instragram. Nuova sfida a Google o ci hanno visto lungo?
Ora provo a mettere insieme i pezzi:
- Pinterest in 6 mesi ha superato gli 11 milioni di utenti in U.S. diventando il sito più veloce nella storia ad avere raggiunti i 10 milioni di utenti. Ed è anche il sito più copiato sul web. Nonostante sia ancora in versione beta e nonostante il suo modello di business non sia ancora chiarissimo.
- La Timeline di Facebook, oltre a rendere facilmente accessibili contenuti non recenti, si impone per l’enorme spazio dato alle immagini, sia in Timeline che inserendo uno spazio per l’immagine di sfondo.
- Instagram è lanciata per diventare lo standard per la condivisione di immagini.
Non so se questi dati siano sufficienti per saltare a delle conclusioni, ma un pensiero lo meritano.
Se aggiungiamo poi che YouTube è diventato il secondo motore di ricerca per numero di query e che proliferano motori di ricerca “visual search” come Oskope, il fenomeno si fa ancora più nitido.
Che si stia andando nella direzione di un web più “visuale” e meno parlato?
E’ indubbio che nell’essere umano c’è un bisogno di immagine a livello di rappresentazione logica e di esperienza emotiva.
Le immagini sono fisse, ma spesso raccontano delle storie.
Il linguaggio visivo è immediato, anche se non necessariamente più chiaro.
E’ evidente, ma lascia spazio a interpretazioni.
Stimola e facilita la memorizzazione, ma estrapolando dettagli personali.
Sul web guida la navigazione e attiva l’attenzione. E arricchisce l’esperienza.
Fuori dal web diventa guerrilla o street marketing.
Quante migliaia di parole potrebbero raccontare questa storia?
Ma basta un frame 🙂