Ultimamente mi è capitato un po’ per caso, un po’ alla ricerca di best practice, di visitare la fan page Facebook di Dash. Una pagina ricca di immagini, contenuti e soprattutto interazione. Ma prima di valutare le determinanti che stanno portando Dash a questo successo social vorrei soffermarmi per una breve riflessione sulle strategie di comunicazione del brand.


Osservando questa immagine ho riflettuto su due aspetti curiosi, due dettagli che dimostrano la fiducia dell’ azienda, in tempi non sospetti, all’orientamento al mercato:

  1. L’importanza del ruolo degli influenzatori
  2. La centralità del consumatore

Pensiamo banalmente a episodi che ci capitano tutti i giorni: dobbiamo comprare una macchina fotografica, a chi chiediamo parere? All’amico appassionato di fotografia. Dobbiamo comprare il PC nuovo, chi può darci consiglio? L’amico smanettone. Ecco il profilo e il ruolo dell’influenzatore: non è necessariamente legato ad un brand, però è un esperto di quel prodotto, sa darci un consiglio giusto spesso anche disinteressato. Dunque a chi chiederemo parere di un buon detersivo per la lavatrice? Bè, alla mamma 🙂

E ci colleghiamo alla centralità del consumatore: la sua esperienza al servizio di altri consumatori, la sua parola conta molto più di quella di altri. Ne consegue che il suo ruolo risulta essere strategico nella comunicazione. Non tutti lo comprendevano all’epoca in cui l’advertising era il carosello, e non tutti lo hanno compreso ad oggi. Guardando quell’immagine credo che nel caso di Dash si fosse già nella giusta lunghezza d’onda.

Dagli anni in cui Mike Buongiorno intervistava la signora Guidi agli anni in cui Paolo Ferrari ti offriva due fustini Dash in cambio di uno, siamo arrivati agli anni della comunicazione Facebook. Quale migliore strategia se non quella social per mettere in contatto influenzatori, consumatori e potenziali clienti.

Ma cosa rende la strategia della pagina Facebook in questione così vincente?

  • Il numero sempre crescente di fan che animano la pagina. L’errore più comune commesso da alcune aziende è pensare che la pagina sia fatta esclusivamente da chi la gestisce, mentre il valore aggiunto alla credibilità di una pagina facebook è dato proprio dal fatto che a nutrirne i contenuti sono gli stessi fan.
  •  Notizie sempre aggiornate, questionari, domande, opinioni. È importante creare discussioni attorno ai propri prodotti, ma anche attorno a temi di diversa natura, coinvolgere gli utenti in tutti i modi possibili.
  • Foto, immagini, video. Una pagina statica a lungo andare stufa i suoi fan. Creare contenuti foto, video fa in modo che la navigazione della pagina sia più scorrevole.
  • Ultimo ma non ultimo: l’interazione. Postare spesso, rispondere ai commenti positivi e non, creare curiosità attorno ai propri post, sono tutti fattori determinanti per il successo della pagina.

Può la pagina di un brand così noto e importante essere da esempio anche per una piccola media azienda?

Le disponibilità di investimento saranno certamente diverse, però le variabili che rendono una pagina un successo prescindono dalla grandezza dell’azienda, perché quando l’azienda si mette in gioco nella comunicazione diretta al consumatore deve saper parlare la lingua di tutti, deve saper creare intesa con i suoi consumatori, deve saper ascoltare.

L’azienda che interagisce con i suoi fan, ha compreso appieno la potenzialità dei social. La comunicazione one to one è una cosa che tanto piace a noi consumatori. Ci piace poter consigliare, condividere, raccontare. E ci piace che la nostra opinione sia tenuta in considerazione.

Qui si riassume la potenza del social: da parte sua l’azienda ha la possibilità di creare un canale interattivo attraverso cui fidelizzare la clientela, dando modo al consumatore di essere il protagonista indiscusso di questo canale. Il caso che ho preso in considerazione è solo uno dei tanti, e mi auguro che tanti altri prendano il buon esempio.

Insomma, questo modo di fare social ci piace.