1. La società diviene psicologicamente complessa.

Significa molte informazioni, forse troppe. Molteplici “cornici” culturali e pochi punti d’incontro. Molte specializzazioni perdendo di vista l’orizzonte.

Ne scaturisce un continuo senso di disagio, un rumore di fondo irrequieto, un affannoso voler prendere qualcosa che sfugge.

Uno scenario complesso è una partita a scacchi.

Tutto quello che devi sapere è lì davanti a te, ma non sempre capisci la strategia dell’avversario. A volte hai la sensazione che l’avversario non sia nemmeno quello che ti indicano.

Forse l’avversario non c’è, ma ne abbiamo bisogno. È una strategia per dare senso alla complessità.

2. Possiamo affrontarla come orizzonte, cercando di darle senso e logica mediante schemi (mentali), catalogazioni (astratte) e pre-giudizi. Meccanismi non definitivi, ma lo stesso, molte volte, ci fermiamo lì: ai pregiudizi, a quello che ci hanno detto, a quello che abbiamo sentito.

Oppure cerchiamo di smontare la complessità in piccoli pezzi perchè faccia meno paura. Cerchiamo di capirne una piega, un dettaglio, una questione  per avere la sensazione di poterla guardare senza perderci. Ma mentre siamo meravigliati di questo piccolo dettaglio perdiamo di vista l’orizzonte.

3. La complessità è struttura. Questa complessità è artificiale, complicata, fuorviante. Cresce a dismisura cibandosi di complessità per generare altra complessità. Più le persone hanno bisogni, necessità, urgenze, (che siano veri o indotti non importa), più la struttura diviene complessa. Le aziende divengono complesse, il mercato diviene complesso, i sentimenti divengono…una questione da analizzare con cautela. E se andassimo oltre le strutture?

4. Iniziare dal semplice essere curioso. E, come primo passo, essere curioso dell’altro.

Cosa succederebbe se nella riunione aziendale, o nei nostri rapporti di tutti i giorni, la smettessimo di pensare a cosa controbattere come se dovessimo sempre e solo difendere la nostra ragione? In fondo difendiamo solo i nostri pre-giudizi o il nostro piccolo sapere specialistico.

Ogni questione dentro un azienda spesso è solo una differente visione, e se fossimo curiosi dell’altra visione?

Ogni piccolo screzio nella vita spesso è solo un differente guardare, e se vedessimo per un momento con gli occhi del nostro interlocutore?

Ogni guardare solitario è sempre un po’ miope.

E se mettessimo in pratica questo semplice consiglio? “Se vuoi comprendere quello che un altro sta dicendo devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva”.

5.Questo piccolo cambiamento è un viaggio avventuroso e necessita di coraggio, buon orecchio e l’autoconsapevolezza del proprio modo di pensare per poterlo riconoscere quando ci ostacola.

È necessaria una mutazione minima, ma sconvolgente.

Passare dallo stagno nel quale sei nato girino e decidere di mettere fuori la testa. Rendere concreta la mutazione e andare a vedere altri mondi possibili.

Ognuno, accanto a voi, è un mondo possibile. Mettete in atto la mutazione e andategli incontro.

Siete rane o girini?