Nel territorio vicentino in cui vivo, entro spesso a contatto con piccole aziende di produzione artigiana. Splendide realtà, ricche di tradizione, dove si respira l’arte del “saper fare” e la creatività passa attraverso mani speciali, con impronte d’artista. Solitamente si tratta di aziende a gestione familiare con una lunga storia alle spalle; una storia che evolve di generazione in generazione ma che vede sostanzialmente immutati i propri valori. E non mi capacito di constatare che tutte queste cose meravigliose non vengono raccontate, espresse, comunicate.
La Rete mette a disposizione un ventaglio di strumenti utili, che si prestano a valorizzare contesti di questo tipo. Immagino il piccolo laboratorio che decora ceramiche: un sapere tramandato da generazioni, una passione, una storia di arte e tradizione. La manualità operosa e creativa che conferisce ad ogni pezzo una speciale unicità ed il difetto che gli regala un’anima vissuta (pensate al valore di questi prodotti, nell’era del tailored). Una narrazione ricca di contenuti quindi, di quelli che le persone in Rete amano commentare, seguire e condividere. Perché riscoprono una dimensione suggestiva legata ai valori del passato e a quella creatività Made in Italy così rappresentativa del tessuto produttivo nostrano.
Come spiega Andrea Granelli nel suo bellissimo libro Artigiani del digitale, le PMI sono modelli di impresa coerenti con gli sviluppi organizzativi suggeriti dalla digital economy (economie di rete, social networking, ecc.). Ma di fatto esiste un gap tra nuove tecnologie e produzione artigiana. Le piccole aziende, quelle “vecchio stampo”, nutrono diffidenza nei confronti del digitale, faticano a capirne dinamiche e potenzialità. Questo è dovuto in parte ad una barriera mentale rispetto ai nuovi strumenti (così distanti da chi magari è cresciuto con la tv in bianco e nero), ma è colpa anche di quell’informazione di massa che inflaziona in maniera superficiale determinati temi legati alla Rete. Le istituzioni dovrebbero puntare ad interventi formativi, ad iniziative che supportino la divulgazione della conoscenza. E anche gli operatori di servizi ICT hanno una responsabilità importante, quella di guidare l’azienda nella comprensione del mondo digitale.
Dimensione fisica e virtuale, apparentemente così distanti, possono essere interconnesse perché “la materia cerca leggerezza e significati e il virtuale corporeità e concretezza”. Mi auguro che i giovani artigiani, creativi ed innovatori (e figli dell’era digitale!) siano da esempio e da traino per l’intero settore: sono loro i primi che dovrebbero avvalersi degli strumenti offerti dal Web interattivo. Un blog dove raccontare le proprie idee ad esempio, mostrare i propri lavori e trasmettere saperi.
A questo proposito cito una bella iniziativa nata da poco in Rete: OmaVentiQuaranta è un blog dedicato interamente ai giovani artigiani dai venti ai quarant’anni, ideato e promosso dall’Osservatorio dei Mestieri d’Arte. L’aretina Lucia, scolpisce pezzi in bronzo ed acciaio, in un percorso artistico teso alla ricerca della bellezza; Stefano è un autodidatta formatosi nella bottega del padre, che non ama seguire regole nella realizzazione dei suoi gioielli; gli oggetti in carta creati da Giulia, lavorati in un laboratorio di restauro fiorentino, sono dei piccoli capolavori. Questi sono solo alcun dei protagonisti di OmaVentiQuaranta, una community di scambio e crescita per il variegato popolo del fatto a mano. Ecco cosa ci racconta Elonora Ciambellotti, responsabile del blog:
“I giovani artigiani, rispetto alla generazione precedente, hanno capito che la rete è un importantissimo mezzo di comunicazione. Il nostro blog è nato con l’obiettivo di offrire loro una piattaforma dove interagire. E per fornire informazioni mirate su formazione, concorsi, normative e tutto ciò che può essere utile sapere per crescere in questo settore. Quali sono i riscontri? Visibilità, nuove opportunità. Gli artigiani hanno modo di “trovarsi” e conoscersi, scambiare idee e sviluppare collaborazioni. Il mondo dell’artigianato è un po’ lento nel trasformarsi; offriamo visibilità ad un settore che, nonostante “parli da solo”, ha bisogno di un canale di diffusione a largo spettro, immediato e diretto.”
Il mio messaggio alle PMI artigiane è: avete un potenziale immenso in termini di contenuti e valori da condividere. Raccontate una storia e rendetela parte dei processi comunitari, quelli che si alimentano online e che hanno il potere di diffondere e sostenere la cultura artigiana, Made in Italy.