Vieni? C’è un botto di gente. Biglietti da visita da seminare, prospect da scovare, possibili business da allacciare.

Non ci siamo proprio. Fai un bel respiro e lascia per un attimo la casacca della tua Azienda/ Partita IVA/ Lobby e torna a focalizzarti su chi sei tu, quali sono le tue passioni, i tuoi interessi, i tuoi sogni.

E mettiti a disposizione degli altri, in modalità open source, senza paura che qualcuno “ti rubi l’idea”. Aiuta chi hai intorno, senza voler subito qualcosa in cambio. Cosa sai fare? Ma soprattutto: chi vuoi essere, a prescindere da come ti percepiscono?

Sorrido quando, durante certi eventi, ritrovo sempre e comunque le stesse persone. Tipicamente consulenti di se stessi, sono parte di network chiusi (e ormai si conoscono tutti) mentre fanno a gara a chi si fionda prima sulla new entry della serata.

Presidenti di associazioni troppo spesso vuote e autoreferenziali, usano la passata notorietà del brand per promuoversi personalmente e spingere la loro attività di singoli. Prendo finché posso, e poi si vedrà.
Ragionano con il classico: do ut des.

E’ necessario invece costruire un AMBIENTE fertile, pulito, informale, dove possano uscire allo scoperto le singole persone prima che le loro millantate etichette. Persone giocose e curiose: pensate alle domande spontanee dei bambini e a quanto noi pensiamo invece in modo strutturato, facendo più attenzione all’impressione che diamo all’esterno che alla nostra vera gioia e “scioltezza”.

“Occhio che ti guardano. Ma sai che quello è il Presidente di (scegli a piacere)? Guarda che ti potrebbe servire”.

Invece vorrei (ri)partire da cosa possiamo fare noi per il network, a come possiamo arricchirlo, a come possiamo aiutare qualcuno a risolvere un problema SENZA VOLER NULLA IN CAMBIO.
Che poi, senza andare troppo lontano, il network 2.0 può essere il nostro condominio, il nostro quartiere, il nostro paesino, il nostro ufficio, una comunità più ampia che si basa sull’accettazione dei pregi e dei difetti di ognuno prima che del suo eventuale lifetime value.

Persone e non biglietti da visita: perché non puoi essere corretto nel tuo lavoro… e uno stronzo patentato fuori. Non puoi essere una persona con una certa casacca e poi cambiare solo perché cambia la situazione e “così mi conviene”. Basta. Voglio persone curiose, aperte al nuovo ma salde e ferme su alcuni valori imprescindibili di onestà e trasparenza – le nuove risorse scarse, che resistono solo nelle comunità dense e nella dimensione tipicamente locale.

Oppure nelle comunità in rete. Soprattutto, con effetti moltiplicativi, in quelle comunità in rete che si ritrovano spesso off-line per guardarsi negli occhi e migliorare un po’ il pezzettino di mondo che hanno intorno. Passando dagli atomi ai bit, e viceversa.

Dobbiamo tornare a parlare con gli sconosciuti e smetterla di vederli come mezzi, ma come persone che sicuramente hanno qualcosa da condividere. Dobbiamo toglierci la maschera, tornare bambini e recuperare la capacità di vedere il mondo da una prospettiva di costante stupore.