La rivoluzione digitale ha esploso i mezzi con cui possiamo comunicare con le altre persone, sembra dunque lecito chiedersi quale ruolo assumerà la comunicazione personale nei prossimi anni in ambito privato, professionale e aziendale.
I nostri nonni comunicavano solo faccia a faccia. I nostri genitori, oltre a comunicare di persona, potevano usare il telefono e hanno di recente iniziato ad usare cellulare e sms. Noi, immigrati digitali, possiamo usare non solo il telefono ma anche Skype, Twitter, Facebook e ogni altro canale legato al web. Infine, i nativi digitali useranno con disinvoltura YouTube e mezzi sempre più legati a immagini e suoni. A leggere questo trend sembrerebbe possibile affermare che la comunicazione personale assumerà un ruolo sempre più marginale nella nostra vita professionale e privata.
Quanto osservato fino a qui non è tutto. Anche le aziende stanno sperimentando la transizione al digitale e molte altre aziende stanno nascendo totalmente digitali ovvero basate su un utilizzo intensivo di mezzi quali mail, intranet e strumenti di condivisione e organizzazione di documenti e dei progetti. Quindi, la comunicazione faccia a faccia sembra destinata ad assumere un ruolo marginale anche in ambito aziendale.
A questo punto sarebbe facile concludere, forse in maniera catastrofica, che in un futuro, più o meno prossimo, non si parlerà più o meglio che trovarsi di persona e comunicare sarà un evento di scarsa importanza. Invece, a questo punto con l’affermarsi del paradigma digitale, emerge secondo me in modo netto il paradosso della comunicazione: in futuro avremo sempre meno occasioni di interagire di persona e l’importanza di farlo bene e di essere incisivi in queste occasioni sarà crescente.
A sostegno dell’esistenza di questo paradosso si rilevano alcuni fatti:
- Le comunità di blogger o di sviluppatori di Linux comunicano gran parte del tempo attraverso i canali digitali. L’intensificazione di questo trend ha portato ad una crescente centralità nelle community dell’importanza delle conferenze;
- Mai come oggi se cercate su Google public speaking o slide powerpoint troverete articoli e informazioni e in questo ambito di interesse sono emersi dei veri e propri guru come Garr Reynolds;
- L’incredibile popolarità di personaggi come Seth Godin (tra i public speaker più pagati al mondo) e di eventi come il TED;
- Il fatto che anche geek famosi, come Gina Trapani, siano anche e in primis dei grandi comunicatori non solo attraverso i canali digitali (video, social media, blog, …) ma anche nella comunicazione personale (conferenze, interviste, …).
Inoltre, nonostante i canali digitali siano sicuramente migliorabili un loro uso esclusivo può non essere efficiente. Basti pensare che il 67% dei manager ritiene che l’uso della mail tenda a rallentare i processi di decision making e che la comunicazione personale, sebbene necessiti di momenti ad hoc, sia l’unico mezzo per assicurare chiarezza e comprensione.
Infine, anche nell’industria della musica è possibile osservare una parabola simile di fronte alla rivoluzione digitale. L’aumento dei supporti e delle modalità di consumo e acquisizione, legale e non, di musica ha portato alla diminuzione dell’importanza economica del consumo della musica registrata. Parallelamente a questo trend negativo si registra un aumento costante e senza precedenti nel consumo di musica dal vivo, sia degli artisti internazionali, sia di quelli più di nicchia.
L’individuazione del paradosso non vuole essere una mera speculazione teorica ma ha l’obiettivo di evidenziare un rischio per tutte le imprese, e più in generale per i nativi digitali, di marginalizzare la comunicazione faccia a faccia andando così a perdere una delle fonti di creatività più vecchie, testate, efficienti ed economiche che l’uomo possiede.
Perché la comunicazione faccia a faccia è così importante? Questi ritengo essere le principali motivazioni:
- E’ un’esperienza comunicativa totalmente sincrona e in real-time;
- Permette di cogliere il tono della voce e le inflessioni della voce lasciando trasparire maggiormente le emozioni che possono quindi essere, interpretate e comprese;
- Permette di cogliere e leggere anche il linguaggio del corpo;
- E’ l’unico tipo di comunicazione che avviene in maniera completa (a livello verbale, para-verbale e non verbale) e che può portare all’instaurarsi di un senso di fiducia e rispetto attraverso l’interazione fisica, emotiva e intellettuale;
- E’ una forma di comunicazione che permette l’interattività e la collaborazione in modo dinamico, veloce e diretto.
Quanto sopra, non è esaustivo in quanto non contempla il piacere di cenare assieme o incontrarsi per uno spritz e utilizzare questi momenti sociali e de-strutturati per esercitare il nostro pensiero laterale oltre che per costruire relazioni più profonde.
Quello che noi immigrati digitali possiamo insegnare ai nativi digitali è: la capacità di scegliere tra comunicazione classica e digitale. E’ una scelta importante che impone chiarezza sulle differenze tra comunicazione online e comunicazione offline. La prima più adatta per la definizione di aspetti puntuali, precisi e/o operativi e per l’uso del pensiero analitico. La seconda più appropriata per attività creative, per l’esercizio del pensiero laterale e per la creazione di legami solidi.
A mio modo di vedere l’individuazione di questo paradosso lancia due sfide trasversali per la vita dell’uomo:
- In primo luogo, migliorare l’integrazione e la sinergia tra le due forme di comunicazione;
- In secondo luogo, migliorare la capacità di attivare la creatività e la capacità di ispirare nella comunicazione faccia a faccia.
Concludendo, credo che la comunicazione faccia a faccia sia destinata, oggi più che mai, ad assumere un ruolo cruciale per dare spazio alle reali potenzialità creative, innovative e sociali dell’uomo. Inoltre, ritengo sia opportuno tenere a mente che la variabile che differenzierà i nativi digitali, non sarà come per noi immigrati digitali la capacità di utilizzo dei canali online, bensì la capacità di padroneggiare la comunicazione personale e di integrare la comunicazione attraverso i canali.