Quando Cristoforo Colombo era bambino l’idea che si potesse attraversare l’oceano non era folle, semplicemente non esisteva, ma molti ritenevano ormai che la Terra fosse rotonda.
Quando Steve Jobs incontrò Wozniak l’idea di un personal computer era solo roba da ingegneri e il pensarlo un business non era semplicemente praticabile. Ma molti ritenevano che quello fosse il futuro.
Entrambi sono stati l’uomo giusto al momento giusto con una caratteristica particolare.
Il 9 luglio 1453 Costantinopoli cadeva in mano ai turchi. La Via della Seta era sbarrata e con essa i commerci e la vita a oriente. Qualcuno cominciò a voltarsi verso occidente, e Colombo si volta con loro e respira il cambiamento.
Nel 1974 Jobs incontra Wozniak e il suo progetto di personal computer. Poca roba vista oggi, ma al tempo è l’idea che rende concreto il cambiamento. Qualcuno comincia a crederci e credere è il termine giusto.
Entrambi respirano il cambiamento e si lasciano guidare.
Colombo non è un marinaio e non ha studiato, ma è testardo, insistente e ha in mente un solo pensiero: un viaggio attraverso l’Oceano per raggiungere quei mercati così importanti. Quello gli dice l’aria che respira. Impossibile da giustificare nei fatti. Ma raccontarlo è possibile e, nel farlo, è estremamente affascinante perché non deve convincere, ma dispiegare un sogno.
Jobs non è un ingegnere, non ha conoscenze specifiche ma è carismatico, perfezionista e ipnotico. Racconta in modo affascinante la sua visione riuscendo a trovare un finanziatore, e, a piccoli passi, rendere concreto quello che ha visto: computer nelle case, molte case, moltissime case. Computer facili da usare e ben fatti. Ha visto un mondo che non c’era.
Entrambi dentro il cambiamento vedendo uno scenario.
Nel 1965 l’Accademia americana delle Scienze formò una commissione con l’incarico di immaginare la società e il mondo del XXI secolo. Nell’euforia dell’esplorazione spaziale gli americani si pongono una domanda semplice e complessa: come sarà il futuro? Prendono le migliori menti a disposizione, di qualsiasi disciplina – antropologi, psicologi, economisti e molti altri – e praticano quello che non è solo un semplice esercizio intellettuale.
È praticare l’immaginazione partendo dal qui e ora. Pratica che non ha nulla a che vedere con il pre-vedere il futuro, ma con il vedere gli scenari possibili.
Pensare il futuro.
Oggi decliniamo il nostro futuro in trimestri, quadrimestri o lo storico dell’anno precedente. Nessuna visione che sostenga, guidi e illumini il percorso oltre il numero in basso a destra nella pivot di excel.
Colombo ha respirato il futuro in un orizzonte e ha avuto la capacità di sognare che quell’orizzonte fosse possibile. Steve Jobs ha visto uno scenario che ancora non esisteva, gli ha dato corpo di pari passo passo con lo sviluppo tecnologico. Una visione del futuro che declinata è diventata brand. Un potentissimo brand perché è qualcosa che va la di là del prodotto in sé.
E voi che aria respirate?