In questi giorni sto affrontando il tema della comunicazione cittadina a Venezia, con un gruppo di aziende del territorio.

Ci incuriosiva l’interessante caso della Dottor Group che ha siglato un accordo con il Comune di Venezia che prevede che l’azienda del settore del restauro artistico e architettonico, finanzi per 407 mila euro i lavori di conservazione della facciata di Palazzo Ducale e si faccia parte attiva per trovare gli sponsor che potranno finanziare l’intero progetto. Si tratta della gestione di uno spazio pubblicitario tra i più fotografati al mondo, quello del Ponte dei Sospiri.

All’apparenza l’articolo 19 del Regolamento Canone Autorizzatorio per l’Installazione di Mezzi Pubblicitari del Comune di Venezia, non darebbe spazio a grandi possibilità:

[…] è vietata qualsiasi forma di pubblicità commerciale e forma di affissione privata lungo il Canal Grande, il bacino di San Marco e l’intero bacino lagunare, anche se da essi visibile sia luminosa che non, ad eccezione di casi di particolare interesse per l’Amministrazione previa deroga motivata concessa dalla Giunta Comunale.

salvo lasciare spazio a qualche “… deroga motivata concessa dalla Giunta Comunale”.

Questo genere di comunicazione diventa decisamente interessante se pensata in un’ottica di marketing virale e non solamente, come è successo fino ad ora, come un semplice banner cittadino.

La forza della viralità, anche in un contesto cittadino come quello di Venezia, di richiamare aziende sponsor e mercati internazionali, lo dimostra l’azione fatta dalla Red Bull con l’acqua alta del 1 dicembre 2008:

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