L’ambient marketing è una forma di marketing non convenzionale che sfrutta l’ambiente (sia esso una strada, un negozio, un ascensore, una cabina telefonica, la toilette di una discoteca…) per “incontrare” il target.


Come le altre forme di Marketing non convenzionale (Marketing virale, Guerriglia marketing, Street marketing etc.) nasce per ovviare alla obiettiva difficoltà di “farsi vedere” nel crescente affollamento pubblicitario dei mezzi tradizionali.

Nel caso dell’Ambient Marketing, la fascia di target alla quale ci si desidera rivolgere è presente in determinati luoghi in certi momenti della giornata. Ed è lì che si va a colpire.  Consiste nell’adoperare l’ambiente fisico come mezzo di comunicazione per veicolare messaggi di brand o prodotti, in contesti alternativi, in cui vi è un basso affollamento di messaggi pubblicitari.

L’ambient marketing cerca di portare la pubblicità direttamente dove si trova il suo target specifico, costruendo messaggi ad hoc per i suoi obiettivi; un target potenzialmente molto ricettivo, perché colto “di sorpresa” in un momento di rilassatezza, in un ambiente ove si è recato con motivazioni completamente diverse da quelle usuali per la ricezione di una comunicazione pubblicitaria.

Sempre più frequentemente anche la grandi aziende ricorrono a questa forma di Marketing, ad esempio i “Kissing Point” realizzati da Labello nelle stazioni ferroviarie tedesche (2006); o gli orinatoi appesi al soffitto nelle discoteche spagnole da Red Bull (“Red Bull ti mette le Ali”); o la dicitura “per una dimostrazione del prodotto rompere il vetro” applicate dalla Hoover sugli oblò degli aerei di linea (2007).

Il campo nel quale attualmente l’Ambient Marketing conosce un maggiore sviluppo è quello della Comunicazione Sociale, spesso ad opera delle più importanti associazioni ambientaliste ed umanitarie. Importanti esempi in questo settore sono stati realizzati anche in Italia (come la campagna per i diritti dei disabili “Abbatti il muro dell’inciviltà” realizzata dal comune di Brescia nel 2007).